Roma, 01/10/2019
Firmato il protocollo d’intesa tra Marevivo, UniCamillus – Saint Camillus International University of Health and Medical Sciences, università dedicata alle scienze mediche e sanitarie, Fondazione Progetto Salute e Fondazione Recchi per la campagna #StopSinglenonEssentialUsePlastic, con l’obiettivo di limitare l’uso della plastica usa e getta non essenziale negli spazi dell’Ateneo.
L’accordo intende favorire l’eliminazione degli oggetti monouso, non indispensabili, quindi non strettamente necessari in ambito sanitario. A questo scopo Marevivo, UniCamillus e Fondazione Recchi metteranno in pratica azioni congiunte di comunicazione e sensibilizzazione per diffondere una corretta informazione sul problema dell’inquinamento.
Tra i primi impegni dell’università, la sostituzione della plastica usa e getta nelle macchinette del caffè, la consegna agli studenti di borracce in metallo e l’installazione di appositi dispenser d’acqua.
“Marevivo arriva tra i camici bianchi– spiega Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo – ed entra in una giovane università. Un protocollo che unisce ambientalisti, docenti e studenti per progetti di ricerca accademici finalizzati a studiare gli effetti della dispersione di micro e nano-plastiche sulla salute umana e sull’ecosistema. Un sodalizio straordinario che sicuramente aiuterà a creare maggiore consapevolezza sull’importanza di proteggere l’ambiente e il mare e quindi tutelare il nostro benessere”.
“UniCamillus non ha la pretesa di voler dettare l’agenda sanitaria del Mondo -ha dichiarato il Rettore Gianni Profita commentando l’accordo con Marevivo e la Fondazione Recchi- ma ha ben chiara la consapevolezza del compito che può svolgere”. L’Ateneo accoglie molti studenti internazionali e li aiuta con un prestito d’onore a diventare medici, infermieri e fisioterapisti. “Il prestito verrà completamente abbuonato -ha spiegato il Rettore- dopo che questi nuovi professionisti della sanità avranno servito nel proprio Paese di origine per almeno un triennio”. UniCamillus prepara apostoli laici della salute che andranno per le strade del sud del mondo. Ad essi viene affidata l’ulteriore missione di farsi promotori di sostenibilità ambientale. “In molti Paesi in via di sviluppo l’inquinamento da plastiche e rifiuti domestici e industriali ha superato da tempo il livello di guardia -ha concluso il prof. Profita-. I nostri sanitari possono essere portatori del messaggio e delle buone pratiche che grazie all’esperienza di Marevivo, in virtù dell’entusiasmo di Rosalba Giugni, e alla passione e alla testimonianza di Alberto Luca Recchi, possono ben integrarsi con i programmi dell’Università”.