Articolo a cura di Eleonora Nicolai, Docente di Biochimica nel Corso di Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico presso UniCamillus
Il problema dell’antibiotico resistenza è di primaria importanza in ambito scientifico.
Il Corriere della Sera del 18 gennaio 2020 pubblica un articolo dal titolo “700mila morti l’anno per resistenza agli antibiotici” dove viene riportata la stima dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) in 700mila decessi l’anno nel mondo. In Europa, nello specifico, si registrano 33mila morti l’anno. Sono numeri immensi in termini di vite umane.
La difficoltà dell’antibiotico resistenza presenta implicazioni anche su malattie più gravi delle semplici infezioni batteriche. Pensando al cancro, ci sono casi che non posso essere trattati senza l’utilizzo di antibiotici, come per esempio la leucemia. Spesso le terapie per le neoplasie riducono le difese immunitarie dei pazienti ed è molto facile prendere infezioni durante interventi chirurgici, la chemio e altre terapie. Anche dopo i trattamenti, le difese immunitarie continuano ad essere molto basse. Per tale motivo, secondo la Norwegian Cancer Society, i pazienti hanno bisogno di antibiotici che funzionino ed è importante agire immediatamente nella lotta all’antibiotico resistenza altrimenti un maggior numero di degenti cesserà di vivere non tanto per il cancro quanto per infezioni prese durante le cure.
La perdita di efficacia degli antibiotici è legata principalmente al loro eccessivo uso. Frequentemente gli operatori sanitari si trovano a prescrivere antibatterici, seppur con il dubbio che non siano necessari per evitare possibili complicazioni. Questo perché manca un test rapido che guidi il clinico nella scelta della somministrazione o meno di un antibiotico o su quale antibiotico somministrare.
Attualmente i risultati per un antibiogramma richiedono dalle 24 alle 48 ore. Il metodo elaborato e riportato nel mio studio pubblicato sul Journal of Medical Microbiology, è stato applicato alle infezioni del tratto urinario. A partire da 30 μl di urina del paziente, in meno di 3 ore si ottengono indicazioni sugli antibiotici da somministrare, in grado di contrastare l’infezione batterica in corso.
In un articolo di L’Espresso del 20 marzo 2020, viene riportata un’intervista relativamente all’attuale pandemia da Coronavirus al Dott. Rino Rappuoli, Microbiologo di fama internazionale al momento Direttore scientifico e Responsabile delle attività di Ricerca e Sviluppo esterna presso Glaxo SmithKline Vaccines, il quale dichiara “l’antibiotico resistenza rischia di diventare la prossima emergenza mondiale”. Il Professore Rappuoli sottolinea il problema dell’esagerata quantità di antibiotici consumata a livello mondiale che rischia di generare super batteri in grado di resistere a tutti i farmaci disponibili.
“Se non cambiano le politiche sanitarie – rimarca lo scienziato – l’antibiotico resistenza provocherà una catastrofe più grave del Coronavirus”.