Il 15 agosto 1896 nasceva Gerty Theresa Radnitz, una biochimica ceca, prima donna a vincere il Premio Nobel per la medicina nel 1947, insieme al marito Carl Ferdinand Cori ed al fisiologo argentino Bernardo Houssay.
Sebbene ad inizio secolo gli studi femminili fossero per lo più rivolti alla cura della vita domestica ed all’arte di conversare in pubblico, Gerty con grande sacrificio e forza di volontà riuscì ad accedere ed a completare brillantemente gli studi in medicina. Presso la scuola medica dell’Università di Praga incontrò il suo futuro marito, compagno di vita e di studi con il quale condivise anche il Nobel per le loro scoperte sulla comprensione dei meccanismi molecolari attraverso i quali le cellule assimilano il cibo e lo convertono in energia chimica o in riserva cellulare sotto forma di glicogeno. In particolare descrissero il meccanismo che avviene nel fegato responsabile della conversione dell’acido lattico in glucosio, ovvero il ciclo metabolico denominato in seguito “ciclo di Cori”.
Il premio Nobel nato nel 1901 vanta ad oggi, per il settore della Medicina, circa 200 vincitori di cui solo 12 sono donne e quasi sempre in condivisione con colleghi uomini.
Gerty ha vissuto nell’ombra del marito e pur avendo lo stesso curriculum scientifico, negli Istituti di Ricerca ed Università dove ha lavorato, ha sempre avuto una posizione subordinata al coniuge, anche negli Stati Uniti dove emigrarono nel 1922.
Nel 1977, dopo una carriera passata a superare le discriminazioni, la biofisica Rosalyn Yalow accettava il Nobel per la Medicina con un celebre discorso: “L’incapacità delle donne di raggiungere posizioni di comando è dovuta in gran parte alla discriminazione sociale e professionale (..) dobbiamo credere in noi stesse o nessuno crederà in noi; dobbiamo alimentare le nostre aspirazioni con la competenza, il coraggio e la determinazione di riuscire; dobbiamo sentire la responsabilità personale di rendere più semplice il cammino per chi verrà dopo”.
Sembra un discorso legato all’epoca, in cui sicuramente l’uomo aveva maggiore accesso alla cultura rispetto alla donna ma ancora oggi, pur essendo il rapporto tra uomini e donne a favore di queste ultime ed essendosi negli ultimi 50 anni uguagliato l’accesso agli studi superiori, le scienziate hanno molta più difficoltà ad emergere e a ricevere riconoscimenti rispetto ai loro colleghi.