La prossima pandemia? Il cancro: non mettere la testa sotto la sabbia!

“La patologia neoplastica sarà la prossima pandemia”.

Il Professor Piero Luigi Alò, esperto in patologia neoplastica e docente di Anatomia Patologica nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia di UniCamillus, è chiaro a riguardo: “il cancro non rallenta, e resta una priorità anche se ora l’attenzione di tutti è sulla diffusione globale del Coronavirus”.

Il Covid ha inciso tanto sulle patologie cancerose?

“Il Coronavirus ha determinato un rallentamento dei programmi di screening nella popolazione sana o a rischio, o dei follow-up nei pazienti neoplastici già in trattamento. E ha rallentato la ricerca: i fondi disponibili si sono inevitabilmente contratti per essere drenati verso la formulazione di vaccini o terapie anti-virali necessari a contrastare il dilagare dei contagi”.

Le immagini di questi mesi, hanno purtroppo abituato la popolazione al dramma del decesso. Il cancro spaventa perché continua a essere associato a un esito infausto.

“Oggi però si sopravvive alle patologie neoplastiche. O per meglio dire si sopravvive alle neoplasie con una individuazione precoce della lesione e dal progressivo utilizzo della terapia personalizzata. Di contro, per alcune neoplasie, penso ad esempio alle neoplasie cerebrali, i benefici sono stati esigui se non impercettibili vista l’impossibilità di una diagnosi precoce su popolazione”.


Ha citato la terapia personalizzata, come è cambiato l’approccio alla gestione della patologia?


“La tailored therapy riesce ad arrestare la progressione di molte neoplasie soprattutto quelle a basso stadio (cioè localizzate) o intercettate precocemente (ad esempio, mammella, colon-retto, cervice-uterina)”.


Controlli, diagnosi precoce, terapie mirate. Quali altre armi hanno i medici per combattere il cancro?


“L’anatomia patologica riveste un ruolo fondamentale nella prognosi e nella terapia sia dal punto di vista morfologico che molecolare. Per via del Covid-19, ci stiamo confrontando sempre più con neoplasie a stadio avanzato purtroppo non sempre con una primitività nota”.

E come si inserisce l’anatomia patologica in questo quadro?


“Fra tanti casi alla mia osservazione riporto un linfonodo latero-cervicale ingrandito senza alcun sospetto clinico di lesione neoplastica. L’esame morfologico ed immunoistochimico mi ha permesso di formulare una diagnosi di metastasi da carcinoma papillifero della tiroide, confermato chirurgicamente dopo l’asportazione dell’organo. A tutt’oggi il paziente sottoposto a periodici follow-up e regime terapeutico non presenta ripresa di malattia”.


Esistono dei paesi dove l’incidenza delle neoplasie è più evidente?


“L’evidenza è maggiore in quei paesi dove si attua un’azione preventiva capillare mediante attente programmi di screening sulla popolazione.”


Quindi quanto è importante una giornata di sensibilizzazione per il cancro?
“Fondamentale. Educare sin dall’età scolare la popolazione a controllarsi (esempio la cute per intercettare la modificazione cromatica o dimensionale dei nevi, o l’autopalpazione mammaria per la presenza di eventuali noduli) può fare la differenza”.


Non mettere la testa sotto la sabbia.


“Esatto. Informare, costantemente. Informare i pazienti sui benefici della prevenzione e indurli a recarsi presso centri di eccellenza. Insegnare a diffidare dai ciarlatani e condividere lo sforzo della ricerca, per rassicurare ed aiutare il paziente neoplastico a combattere la neoplasia mediante la divulgazione ed il confronto”.