Una rosa in un posacenere: è una immagine forte quella scelta per la Giornata mondiale senza Tabacco, istituita nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per accendere i riflettori sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione sui pericoli del fumo e per offrire aiuto nel complesso processo che porta allo smettere di fumare.
“Impegnati a smettere” è lo slogan della campagna lanciata quest’anno In occasione della ricorrenza: sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa di malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete correlate al consumo di tabacco. In tutto il mondo circa 780 milioni degli 1,3 miliardi di consumatori di tabacco affermano di voler smettere, ma solo il 30% di loro ha accesso agli strumenti che possono aiutarli a farlo. In Italia il consumo di prodotti del tabacco è tuttora nel nostro Paese la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile e si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro
La recente pandemia da Covid-19, poi, ha interessato i temi di salute pubblica a livello globale: l’imposizione di misure di prevenzione dal contagio, considerato che il vettore di trasmissione virale è via droplets, è stato approfondito il rapporto tra contagio virale e fumo. per quanto non esistano studi esaustivi in merito, l’OMS già a marzo 2020 sottolineava che il fumo non può proteggere contro Covid-19, dato che il tabacco comporta “una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di malattie gravi”.
Vari studi hanno dimostrato che il fumo di sigaretta non solo non sembra avere un effetto protettivo dal contagio, ma che fumare rappresenta un fattore prognostico negativo per tali pazienti, i quali ricorrono più facilmente alla terapia intensiva o alla ventilazione meccanica o presentano un numero di sintomi da Covid-19 più elevato rispetto ai non fumatori.
L’OMS, dalla sua, rilancia affermando che “usualmente chi molla non vince, ma nel caso del tabacco chi molla è il vero vincitore”
“Quando è emerso – spiegano ancora dall’Organizzazione internazionale – che i fumatori rischiano di sviluppare patologie severe in concomitanza con il contagio da Covid 19 rispetto ai non fumatori, questo ha spinto milioni di fumatori ad abbandonare il tabacco. Ma senza un adeguato supporto, smettere di fumare può essere una sfida difficilissima”
La nicotina, infatti, da assuefazione e crea dipendenza, e il legame comportamentale ed emotivo verso il tabacco rende l’impresa molto complicata. Per questo, in Italia, esiste un sistema di supporto professionale il cui fine è quello di aiutare i fumatori a diventare ex fumatori: il Telefono Verde contro il Fumo – 800554088 – dell’Istituto Superiore di Sanità, è un servizio nazionale, anonimo e gratuito, che da decenni sostiene i fumatori nel percorso di cessazione attraverso varie iniziative e soluzioni. Presenti, anche i Centri antifumo, per quanto proprio la pandemia da COVID-19 abbia inciso sulla loro operatività.
“Nonostante il perdurare delle problematiche dovute alla situazione pandemica – spiega l’Istituto Superiore di Sanità – grazie alla disponibilità degli operatori dei servizi, il censimento avviato nel 2021 è stato comunque realizzato e conta 268 Centri Antifumo attivi sul territorio”