L’hanno definita una “lente di ingrandimento” sulle necessità sanitarie e gli stili di vita declinati su maschi e femmine: è il primo rapporto sulla Salute e il Genere, predisposto dalla Regione Lazio, e che è stato ufficialmente presentato questa settimana dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e dagli assessori alla Salute, Alessio D’Amato, e alle Pari opportunità, Enrica Onorati.
Durante il lungo incontro svoltosi nella monumentale Sala Folchi dell’Ospedale San Giovanni Addolorata, sono stati illustrati i risultati di questa approfondita mappatura delle principali malattie e degli stili di vita di uomini e donne.
Spiega l’assessore D’Amato: “i bisogni di salute variano a seconda dell’età, delle condizioni socio economiche e anche del sesso. È importante fornire questa lettura agli operatori per programmare sempre meglio i servizi al cittadino e in questo caso una medicina più personalizzata. Bisogna adeguare i servizi alle esigenze di genere. Abbiamo i due terzi degli anziani over 80 che sono donne e che probabilmente andranno incontro a malattie come demenza senile. Sappiamo che un infarto che colpisce una donna è più raro rispetto a un uomo ma quando colpisce una donna rischia di sortire conseguenze più gravi. Durante la pandemia abbiamo visto le donne, soprattutto giovani, fumare e bere di più, questo ci porta a prevenire delle problematiche”.
Nel rapporto si evidenzia come esistano, dati scientifici e statistici alla mano, delle sostanziali differenze fra uomo e donna nei fattori di rischio e nell’insorgenza di malattie, nei sintomi che si manifestano, nella prognosi e nella risposta dei pazienti alle varie terapie. Non solo. Differenze fra uomo e donna sono state riscontrate anche nella percezione del proprio stato di salute. In pratica, nelle oltre 110 pagine del rapporto, vengono evidenziati quegli indicatori direttamente connessi con il genere nei diversi ambiti della salute e dei percorsi di cura.
L’obiettivo è quello di avviare una riflessione sui processi e sull’organizzazione sanitaria per orientare la programmazione degli interventi specifici. Ad esempio, se per i tumori della testa/collo, dei polmoni, bronchi e trachea o del colon o della vescica gli uomini sono colpiti in maniera decisamente più sensibile rispetto alle donne, queste ultime sono statisticamente molto più colpite dal cancro alla tiroide. O, ancora: nelle pagine centrali si esamina anche il problema delle dipendenze patologiche da gioco, alcool e droghe. Anche qui, i maschi sono più soggetti ma il divario con le donne è meno accentuato e le donne risultano essere socialmente più vulnerabili degli uomini in quanto spesso vivono da sole e hanno un più alto tasso di disoccupazione.
“Questo rapporto – ha affermato il presidente Zingaretti – ci indica dove intervenire per garantire quel diritto alla salute dell’articolo 32 della Costituzione che vogliamo sia universale: il Rapporto è una bussola per orientarci e dare al Lazio una buona sanità”.