L’attività di tirocinio pratico è un banco di prova fondamentale nella formazione dei tecnici di laboratorio biomedico, garantito dalle competenze e conoscenze dei tutor professionali. Gli studenti del primo anno del Corso di Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico dell’Università UniCamillus hanno concluso la loro prima esperienza di tirocinio presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini e hanno raccontato un momento importante del loro percorso professionalizzante
L’affiancamento è la fase più delicata in un tirocinio: lo sanno bene i tutor dell’Ospedale San Camillo, che hanno accolto e fatto crescere gli studenti durante le 500 ore di tirocinio del primo anno, preparandoli a un futuro da professionisti del sistema salute, presso i laboratori della microbiologia e della biochimica clinica, i tirocinanti di UniCamillus hanno avuto modo di mettere in pratica le principali attività di un tecnico di laboratorio biomedico: conoscenza del rischio chimico biologico, trattamento dei dati sensibili, fase preanalitica, fase analitica e validazione del dato analitico, che rappresentano le core competence del profilo professionale.
In questo caso oltre alle attività tipicamente laboratoriali, gli studenti si sono cimentati in attività di ricerca pura e momenti di confronto con le figure professionali che cooperano con il tecnico di laboratorio biomedico nella medicina di laboratorio.
“Avere dei tutor professionalizzanti dotati di competenze e disponibilità permette di formare dei validi professionisti da poter inserire nel sistema salute” sottolinea Fabbio Marcuccilli, Direttore del Corso di Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico di UniCamillus.
In questa prima esperienza di formazione gli studenti hanno voluto ringraziare pubblicamente tutti i tutor che hanno trasferito il loro sapere con attenzione e costanza.