El Pais, il quotidiano spagnolo che ha reso nota la notizia, l’ha battezzata la “paziente di Barcellona”. È una donna spagnola che, senza assumere farmaci, convive con l’HIV da 15 anni con una carica virale non rilevabile.
Sarà il caso – definito dai medici “unico” ed “eccezionale” – al centro della 24esima Conferenza internazionale sull’Aids, evento dell’Unesco, che si terrà dal 29 luglio al 2 agosto prossimi.
Lo studio di questa paziente, la cui identità o età non è stata rivelata per proteggerne l’anonimato, è stato creato per un team guidato dai medici dell’Hospital Clínic de Barcelona: “Questa signora è stata senza farmaci per più di 15 anni, controlla a fondo il virus dell’AIDS e questo ha un aspetto molto importante: abbiamo potuto scoprire qual è il possibile meccanismo che permette di avere questa risposta”, ha annunciato durante una conferenza stampa il Dr. Josep Mallolas, capo dell’Unità HIV-AIDS della clinica.
Va sottolineato come l’HIV sia una patologia ancora priva di una cura risolutiva: la terapia antiretrovirale impedisce la replicazione del virus al punto da rendere la carica virale impercettibile e, quindi, non trasmissibile, ma non eradica il virus. Attualmente, più di 28 milioni di persone sieropositive possono condurre una vita normale e di qualità grazie all’assunzione giornaliera di una pillola.
La paziente di Barcellona è un caso unico perché nel suo organismo è come “se stessimo assistendo per la prima volta alla vittoria assoluta del sistema immunitario sul virus”.
I ricercatori sottolineano che la paziente di Barcellona ha una cura funzionale, cioè che senza alcun tipo di trattamento controlla la replicazione dell’HIV, ma non è che non esista: quando le sue cellule vengono analizzate, c’è un virus vitale in grado di provocare nuove infezioni.
Della paziente di Barcellona si sa poco, oltre al fatto che è una donna e che ha già “una certa età”, secondo la descrizione dei ricercatori, dal momento che ha chiesto di rimanere anonima. È anche noto che gode di ottima salute e che il suo sistema immunitario e i suoi test sono perfettamente normali. Mallolas la descrive come una persona che ha dato “tutto” per la scienza. “Lei è super collaborativa e questo è da apprezzare”, ha elogiato, “perché ci sono tanti volontari nel mondo dell’Hiv che passano inosservati e che sono però quelli che permettono di fare studi come questo”.