Biogen e Eisai, due case farmaceutiche statunitensi, hanno creato un farmaco monoclorato, cioè delle proteine prodotte in laboratorio che simulano il funzionamento del sistema immunitario, chiamato “Leconemab”.
Questo farmaco, il Leconemab, riduce l’accumulo della proteina dell’amiloide, limitando la progressione dell’Alzheimer, malattia neurodegenerativa, con risultati più efficaci se il paziente lo assume quando la patologia è ancora in uno stato preliminare.
L’accumulo di questa proteina è, infatti, la causa principale dell’Alzheimer, che dà origine a tanti processi di degenerazione nervosa.
Tali processi, purtroppo, ancora oggi, presentano delle zone d’ombra per l’uomo.
L’amiloide è una proteina di membrana cioè degli agglomerati di aminoacidi, essenziali per la crescita e la composizione strutturale della cellula, cioè l’unità più piccola capace di prodursi e di respirare autonomamente, presente nel nostro organismo.
Questa proteina, presente prevalentemente nei tessuti nervosi, ha un ruolo essenziale nelle crescita e nella riparazione dei neuroni cioè i mezzi che ci permettono di percepire gli stimoli prodotti dall’encefalo.
Le due aziende hanno spiegato che lo studio condotto su 1800 pazienti, affetti da questa malattia in una fase iniziale, ha dimostrato che, con la somministrazione del farmaco, la perdita delle capacità funzionali e cognitive ha provocato una riduzione del 27% rispetto al placebo utilizzato nella fase sperimentale.
Le ricerche precedentemente condotte in questo campo, pur non avendo raggiunto gli obiettivi sperati, nonostante siano state molto dispendiose, sono state fondamentali per consentirci oggi di raggiungere questo successo.