La lotta allo spreco alimentare ora coinvolge anche il comparto degli integratori e degli alimenti per bambini. Una delle grandi sfide di questo secolo è infatti proprio quello di far permeare in tutti gli ambiti della società quelle buone pratiche che guardino ad un futuro più sostenibile. Da aprile 2023 è partita una nuova iniziativa, da parte di un’azienda attiva nel settore della distribuzione intermedia, che intende rivoluzionare la gestione della merce resa da fornitori industriali e dalle farmacie. Si tratta di un progetto di sostenibilità circolare, a vocazione sociale e ambientale, che mira al recupero di integratori e prodotti alimentari destinati ad esempio ai celiaci o quelli specifici per i bambini.
Già numerose aziende fornitrici hanno aderito sin da subito a questo progetto, attivandosi concretamente per collaborare con enti benefici, come il Banco Alimentare, per salvare dal macero la grande quantità di alimenti che avanzano in giacenza o comunque rimangono invenduti. Al momento questo nuovo progetto ha già permesso di recuperare oltre 850 referenze a settimana. Tutte redistribuite dando precedenza alle situazioni di maggior difficoltà.
L’obiettivo dichiarato dagli ideatori è di arrivare a ridurre di oltre 10 tonnellate l’anno la quantità di prodotti destinati allo smaltimento. Per ora il progetto è partito in 3 hub distributivi della Lombardia, della Campania e della Sardegna. L’idea però è quella di ampliare man mano la rete per recuperare la maggior quantità possibile di prodotti, tra cui possono essere compresi anche i dispositivi medici oltre agli alimenti. La pratica della distruzione dei prodotti in eccesso, invenduti e resi, si è infatti consolidata negli anni anche per quelli non scaduti e che avrebbero invece ancora una validità di utilizzo. Recuperarli significa anche abbattere le emissioni di CO2, oltre a dimostrare responsabilità verso chi ha più bisogno.
Il messaggio che attraverso questa attività si vuole veicolare è che soprattutto le grandi imprese, anche nel comparto nutrifarmaceutico, devono ripensare i propri processi e metodologie gestionali. Guardare ad un’economia sempre più sostenibile dovrà diventare il nuovo simbolo di riconoscimento per una società che voglia definirsi civile e avanzata.