Dal 19 al 22 settembre 2023 si è tenuta presso l’Università di Anversa una Summer School sul tema “Pandemic Prepardness”. Grazie all’intermediazione della Professoressa Wolf, docente UniCamillus di Patologia generale nonché external evaluator dell’iniziativa patrocinata anche dall’Università di Parigi, due studentesse dell’Università Medica Internazionale di Roma hanno potuto prendervi parte. L’esperienza è stata per entrambe molto formativa sotto diversi aspetti. Questo il racconto che ne ha fatto una di loro, Chiara Bellome:
“Ho colto con grande entusiasmo questa possibilità che mi è stata presentata. La Summer School si è svolta presso le strutture dell’Università di Anversa in partenariato con l’ospedale universitario (UZA) e l’Istituto di medicina tropicale (ITG). Il corso verteva su come preparare il personale sanitario di prima linea alla gestione di un ‘virus X‘ attraverso lo sviluppo e l’approvazione di un programma di addestramento, utilizzando la febbre emorragica virale come caso di studio. Questo corso inizialmente concepito per il sistema sanitario delle Fiandre è stato poi progettato come un modello applicabile a tutti i sistemi sanitari europei.
Sono state quattro giornate ricche di contenuti. Nel primo giorno, abbiamo affrontato temi come l’analisi della consapevolezza del rischio di una futura pandemia, le diverse fasi della sua evoluzione e il suo impatto duraturo sulla società, come ad esempio il fenomeno del long covid. Il secondo giorno è stato dedicato all’analisi della gestione delle epidemie, comprese quelle a livello ospedaliero, attraverso esercitazioni e simulazioni. Nel terzo giorno, abbiamo approfondito l’importanza della vaccinazione, concentrandoci sulla costruzione della fiducia nei vaccini e sulle strategie di comunicazione da adottare nella società. Infine, durante l’ultima giornata di lavori, abbiamo effettuato una visita alla HLIU, l’Unità di Isolamento dell’ospedale UZA, svolgendo esercitazioni pratiche sul campo relative agli step del protocollo comportamentale da seguire in caso di un sospetto portatore di patogeno ad alto rischio di diffusione pandemica.
L’esperienza è stata entusiasmante perché c’è stato un intenso confronto e una proficua collaborazione con altri studenti e operatori sanitari provenienti da tutta Europa, in un contesto ospedaliero all’avanguardia, sia nella didattica, sia nell’esperienza formativa.
La preparazione per potenziali pandemie comporta molte sfide. Gli operatori sanitari delle cure primarie, come medici di famiglia, pronto soccorso ed ambulanze, giocano un ruolo cruciale nella gestione delle nuove minacce e spesso sono i primi a fronteggiare emergenze. Diagnosi mancate o tardive possono scatenare focolai locali e favorirne la diffusione, pertanto, è essenziale addestrarli adeguatamente per riconoscere situazioni a rischio per allertare prontamente il sistema sanitario nazionale per una efficace risposta adeguata.
L’improvvisa comparsa di minacce, come il COVID-19 e il Monkeypox in Europa, dimostra la variabilità delle emergenze ed è fondamentale prepararsi per il peggiore degli scenari.
Nel 2018, l’OMS ha introdotto la ‘preparazione al virus X’, con la febbre emorragica virale come indicatore, data l’alta mortalità e il rischio di infezioni nosocomiali. Il corso sviluppa un programma per gli operatori sanitari di prima linea, per migliorare l’allerta, il riconoscimento dei rischi infettivi e le risposte. È il primo del suo genere, con l’obiettivo di creare un prototipo comportamentale per affrontare nuove pandemie, basato sulla validità della tecnologia e della sua funzionalità, convalidando la fattibilità pratica nell’emergenza sanitaria”.
Foto scattata dalla studentessa di UniCamillus Chiara Bellome.