La Radiologia, innovazione tra passato e futuro,per diagnosi sempre più accurate e meno invasive. Con intervista al Prof. Argirò
Oggi 8 novembre si celebra la Giornata Internazionale della Radiologia, o IDoR – International Day of Radiology.La data scelta coincide proprio con l’anniversario della scoperta dei raggi X: era l’8 novembre 1895, e il loro padre era il fisico tedesco Wilhelm Conrad Rőngten.
La IDoR è stata istituita nel 2012, come iniziativa congiunta dell’RSNA – Radiological Society of North America, dell’ACR – American College of Radiology, e dell’ESR – European Society of Radiology, cui aderisce la SIRM – Società Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica.
L’avvento della Radiologia ha costituito un impatto significativo sulla pratica medica, portando a diversi cambiamenti nel mondo sanitario.
In primis, ha reso le diagnosi più precise, grazie alla possibilità di esplorare l’interno del corpo umano in modi che, fino a prima, non erano affatto possibili: ciò ha permesso ai medici di diagnosticare con maggiore precisione lesioni, tumori, infiammazioni, degenerazione ossea o fratture, dando vita così ad uno screening tempestivo.
Ancora, è possibile monitorare l’evoluzione di alcune condizioni patologiche di cui prima, consentendo un follow up preciso e puntuale e permettendo di valutare l’efficacia o meno di eventuali trattamenti.
Non dimentichiamo, inoltre, il ruolo della radiologia interventistica, come la radiologia vascolare, che ha reso possibile condurre diagnosi all’interno del corpo umano con incisioni minime e interventi chirurgici non invasivi: questo porta inevitabilmente a procedure più sicure e a tempi di recupero più brevi per i pazienti.
Ma qual è il futuro della radiologia? Ne abbiamo parlato con il Prof. Renato Argirò, docente di Diagnostica per Immagini e Radioterapia presso i Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia e in Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia, in UniCamillus a Roma.
Quali sono le sfide attuali della Radiologia?
Le attuali sfide della diagnostica per immagini sono quelle volte a migliorare la possibilità di effettuare diagnosi sempre più precoci e corrette per qualsiasi tipo di patologia, sia benigna che soprattutto in ambito oncologico. La radiologia è da sempre legata allo sviluppo tecnologico e pertanto l’introduzione di nuove tecnologie, nuovi macchinari, nuove applicazioni degli stessi consente e consentirà di ottenere immagini più dettagliate e con tempi di acquisizione ridotti.
La branca radiologica è anche coadiuvata dalla radiologia interventistica, una disciplina in attuale e rapida evoluzione che consente di effettuare procedure diagnostiche e terapeutiche con tecniche mini-invasive, quindi con minor tasso di complicanze e degenza ridotta. L’applicazione di queste procedure è in rapida evoluzione, con incremento costante dei pazienti che vengono sottoposti a questi tipi di interventi.
Radiologia e Intelligenza Artificiale: a che punto siamo?
L’Intelligenza Artificiale, in una disciplina storicamente legata allo sviluppo tecnologico quale è la radiologia, potrà consentire di assistere ad un’ulteriore “rivoluzione” tecnologica con miglioramento delle capacità diagnostiche e la precisione della diagnosi. Inoltre la possibilità di essere coadiuvati da questa “nuova tecnologia” consente di ottenere uno spostamento verso l’automazione, rendendo più facile la lettura delle immagini e la loro interpretazione. Con il deep learning, gli algoritmi della IA possono essere addestrati a rilevare alterazioni sulle immagini, segnalando tali reperti al radiologo che resterà comunque centrale nella loro interpretazione.
Ogni giorno ci stiamo avvicinando all’utilizzo clinico della IA: sono già stati sviluppati molti algoritmi che stanno dimostrando risultati promettenti, per esempio nella diagnostica del tumore polmonare in stadio precoce.
Tuttavia, attualmente non siamo ancora giunti a consentire una sua applicazione quotidiana e routinaria, ma nei prossimi anni, soprattutto in ambito oncologico, si attendono novità promettenti.
Imaging diagnostico e sicurezza del paziente: i rischi legati alle radiazioni sono minori rispetto al passato?
È chiaro come alcune tecniche radiologiche, quali in particolare la TC, prescindano dalla somministrazione di radiazioni ionizzanti. Queste tecniche sono attualmente insostituibili, soprattutto in condizioni di urgenza dove, tuttavia, una diagnosi tempestiva consente di ottemperare nel più breve tempo possibile al trattamento del paziente.
Sicuramente l’implementazione tecnologica ha consentito, con lo sviluppo di nuovi algoritmi di acquisizione e ricostruzione delle immagini, di ridurre notevolmente la quantità di radiazioni ionizzanti somministrate al paziente rendendo gli esami radiologici più sicuri da un punto di vista dosimetrico.
Come evolve la formazione dei nuovi radiologi presso UniCamillus per preparare questi professionisti al mondo del lavoro in tale branca medica?
È un processo in continua evoluzione. Le basi della disciplina sono solide e i suoi principi sono internazionalmente riconosciuti. Il ruolo del radiologo assume e assumerà un peso sempre più importante nella routine clinica, in quanto l’imaging sarà sempre più insostituibile: infatti il ricorso alla diagnostica per immagini nella pratica attuale permetterà sempre più di interpretare e abbinare le informazioni cliniche, il quadro laboratoristico, la sintomatologia di un paziente con il reperto iconografico. È pertanto sempre più importante per un radiologo non solo saper acquisire e interpretare le immagini, ma conoscere tutte le patologie, al fine di coadiuvare i colleghi ed indirizzarli verso i più adeguati percorsi terapeutici.