Uno studio americano commentato dal Professor Ruggero De Paulis, Ordinario di Cardiochirurgia presso l’Università UniCamillus
Spesso i dolcificanti sono stati al centro di polemiche per il loro potenziale effetto cancerogeno, almeno secondo alcuni studi. Questa è la volta dello xilitolo, un dolcificante naturale, utilizzato in genere in dentifrici e chewing gum: il capo d’accusa, in tal caso, è quello di minare la salute cardiovascolare. È quanto afferma una recente ricerca pubblicata sull’European Heart Journal.
Presente in quantità minime anche in alcuni tipi di frutta e verdura, i prodotti industriali che lo contengono possono presentare concentrazioni molto più elevate.
L’indagine in questione è stata condotta dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Metaboliche e Cardiovascolari della Cleveland Clinic, Ohio. I ricercatori hanno provato a comprendere gli effetti dell’assunzione di alte quantità di xilitolo nel tempo.
Lo studio ha coinvolto 3306 adulti provenienti da Europa e Stati Uniti, i cui livelli di xilitolo nel sangue sono stati monitorati dopo un digiuno notturno. I ricercatori hanno poi seguito i partecipanti per tre anni, osservando che un terzo di coloro con i più alti livelli di xilitolo nel sangue ha manifestato una maggiore predisposizione a eventi cardiocircolatori acuti, come ictus o infarti.
La possibile associazione potrebbe essere ricondotta ad un effetto dello xilitolo sulle piastrine, che mostrano una tendenza ad aggregarsi maggiormente quando esposte allo xilitolo. Questo si traduce in una coagulazione più rapida del sangue, e quindi a maggiori rischi cardiovascolari.
Ma lo xilitolo è davvero così pericoloso? Il Prof. Ruggero de Paulis, Ordinario di Cardiochirurgia presso l’Università UniCamillus, offre una prospettiva chiara in merito a questo argomento. «Le preoccupazioni sollevate dallo studio riguardano principalmente le persone che già soffrono di problemi cardiovascolari: per questi individui, un consumo eccessivo di xilitolo potrebbe interferire con i farmaci anticoagulanti comunemente prescritti in caso di cardiopatie, aumentando potenzialmente il rischio di eventi cardiovascolari. Tuttavia, per chi non ha problemi cardiaci preesistenti e consuma xilitolo in quantità normali, non ci sono prove che suggeriscano un rischio significativo» afferma De Paulis.
Questo studio evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio gli effetti a lungo termine dei dolcificanti sulla salute. Tuttavia, come si evince sia dall’analisi che dalle parole del nostro esperto, la parola chiave è, come sempre, moderazione.