Malnutrizione, denutrizione e obesità sono problemi globali: abbiamo parlato di sostenibilità alimentare con la Prof.ssa Maria Rosaria Gualano, docente di Igiene presso UniCamillus
Oggi 16 ottobre 2023 la FAO compie 78 anni e, per onorare questa data e il nobile intento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, è stata istituita la Giornata Mondiale dell’Alimentazione – World Food Day.
Fu proprio nel novembre del ‘79 che la 20ma sessione della Conferenza FAO invitò i Paesi membri ad osservare la ricorrenza della GMA e, solo due anni dopo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sollecitava i governi e le istituzioni locali e internazionali ad impegnarsi per far sì che il 16 ottobre si attivassero in modo consistente eventi di informazione e sensibilizzazione su temi strettamente interconnessi: l’alimentazione, la malnutrizione e la fame nel mondo.
Più di un miliardo di persone lavorano del settore agroalimentare, con una conseguente produzione di un’enorme quantità di cibo. Nonostante ciò, però, il 40% della popolazione mondiale (più di 3 miliardi di persone) soffre fame e/o malnutrizione. Dall’altra parte, nel mondo occidentale, i Paesi industrializzati sprecano più del 17% del cibo che consumano.
Appare in modo più che evidente – oltre che triste – che il sistema agroalimentare attuale è molto lontano dalla “sostenibilità”, dove questo termine sta ad indicare la possibilità per tutti di accedere a cibo sufficiente, nutriente e salutare, anche in eventuali periodi di crisi. Possibilità che, in teoria, ci sarebbe ma che, nella pratica, non c’è.
Ma quali sono i punti di contatto tra alimentazione e sostenibilità? E davvero si tratta solo di decisioni politiche globali, o anche noi possiamo fare qualcosa nel nostro piccolo?
Ne abbiamo parlato con la Prof.ssa Maria Rosaria Gualano, docente di Igiene Generale e Applicata presso i Corsi di Laurea di UniCamillus, tra cui anche il Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana.
Sostenibilità e alimentazione: come sono connesse?
«Il collegamento tra sostenibilità e alimentazione è strettamente legato al concetto che la salute delle persone sia strettamente connessa a quella di tutte le altre specie viventi del nostro Pianeta: noi homo sapiens non siamo gli unici abitanti della Terra, e dobbiamo imparare a relazionarci con ciò che ci circonda. Il nostro nutrimento viene da ciò che esiste nell’ambiente circostante e, se questa relazione non si sviluppa in modo consono, le conseguenze a lungo termine potrebbero essere disastrose: basti pensare alle tantissime specie animali che si sono estinte fino ad oggi, o alla salute delle foreste e degli oceani che, se non salvaguardata, minaccia direttamente la nostra esistenza. Non c’è salute umana senza salute del Pianeta che ci ospita».
Quali sono i principali problemi legati alla nutrizione a livello mondiale, e in che modo possono essere affrontati attraverso la sostenibilità?
«La malnutrizione nei vari Paesi del mondo – sia in eccesso che in difetto – è il principale problema globale, e certamente un regime alimentare sostenibile va a sanare molte situazioni, sia riducendo l’obesità che gli stati dovuti a carenze, nonché la cattiva alimentazione. Inoltre, c’è il rischio di continuare a danneggiare il Pianeta proponendo stili di vita e nutrizione non sostenibili.
Occorre però considerare che c’è anche il rischio di creare ulteriori disuguaglianze: gli stili di vita sani, talvolta, sono più esosi da mantenere. Il cosiddetto junk food spesso si trova a buon mercato rispetto ai prodotti sani, biologici e più “etici” ,che spesso sono appunto più costosi e non tutti possono permetterseli. Pertanto, la sostenibilità va aiutata anche a livello delle politiche sanitarie ed economiche intraprese dagli Stati».
Può spiegare il concetto di “sostenibilità alimentare” e come può contribuire a migliorare la salute delle persone e dell’ambiente?
«La sostenibilità in campo alimentare e nutrizionale è legata essenzialmente a concetti come protezione della biodiversità, basso impatto ecologico del cibo, sicurezza degli alimenti e riduzione degli sprechi, tutti elementi cruciali per garantire un migliore impatto del nostro sistema di produzione di cibo sull’ambiente, senza sfruttarlo ciecamente ma piuttosto cercando di preservare le sue caratteristiche vitali. Tutto ciò potrebbe assicurare un benessere e uno stato di salute migliori».
In che modo le scelte alimentari individuali influiscono sulla sostenibilità globale?
«Ognuno di noi può dare un proprio contributo ed essere un buon esempio per tutti coloro che ci circondano. Creare un sistema dove tutti si impegnano crea un circuito virtuoso e facilita una transizione a un modello di produzione sostenibile e di “economia circolare”».
Quali cambiamenti sostenibili possiamo apportare nella nostra pratica quotidiana?
«Innanzitutto possiamo ridurre gli sprechi alimentari: fondamentale è pianificare una spesa settimanale e un menu su quello che mangeremo, senza esagerare con le porzioni. Per un’alimentazione sostenibile, ricordiamoci inoltre di consumare cibi di stagione, ove possibile. E occhio ai packaging di plastica: meglio evitarli, o comunque ridurli.
UniCamillus vanta un Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione: cosa si insegna agli studenti a proposito di sostenibilità alimentare?
«I concetti illustrati finora sono ribaditi anche durante il nostro corso di studi magistrale. Ad esempio, durante il corso di Igiene si fa riferimento al concetto di salute come benessere legato anche allo stato dell’ambiente che ci circonda e influenza. È importante che gli studenti, nonché futuri professionisti sanitari, siano consapevoli di ciò e abbiano informazioni evidence-based per sostenere queste tesi, proprio come viene loro insegnato.»
A proposito di sostenibilità, UniCamillus è da poco entrata nella RUS, la Rete di Università Sostenibili: quali sono i progetti in tema di nutrizione?
«Viste la mission spiccatamente umanitaria dell’Ateneo, senz’altro le progettualità che si svilupperanno sono legate al tema dell’educazione e promozione della salute, orientate a ridurre le disuguaglianze globali esistenti.»
Per chi volesse informazioni sugli eventi di rilievo organizzati in questa giornata, vi segnaliamo la pagina dedicata del sito italiano della FAO.