Allarme obesità in Italia. Come riportano i dati del XX Rapporto Osservasalute, redatto dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni nel 2022, il 12% della popolazione italiana (6 milioni di persone) risulta obesa. Un dato strettamente collegato anche all’inattività fisica, con più di un terzo degli adulti che non pratica alcuna attività motoria nel tempo libero.
Una situazione che è andata peggiorando nell’ultimo biennio, soprattutto per via delle chiusure forzate per il Covid: molte persone non hanno più ricominciato a svolgere attività ginnica dopo la fine dell’emergenza sanitaria, con una sedentarietà divenuta sempre più dilagante. Oggi il 30,3% degli uomini e il 36,9% delle donne risultano attualmente inattive.
Le conseguenze sulla salute sono drammatiche. Più del 46% di chi ha più di 18 anni si trova in situazione di eccesso ponderale: una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, derivata proprio dalla sedentarietà, oltre che da un’alimentazione scorretta. E questo rappresenta uno dei principali fattori di rischio di insorgenza di malattie croniche. Una delle principali è il diabete: ne soffre il 15,5% delle persone obese e il 12% di chi non pratica sport, anche tra i più giovani. Tra il 2020 e il 2021 c’è stato infatti un netto decremento, fino a 15 punti percentuali, della pratica sportiva tra i bambini e gli adolescenti (fascia 3-17 anni). Oggi appena il 36,2% dei minorenni pratica sport in maniera continuativa. Le condizioni di inattività fisica e di obesità, come hanno dimostrato nel tempo numerosi studi a riguardo, sono inoltre direttamente collegate anche alla depressione. Non a caso tra il 2020 e il 2021 il consumo dei farmaci antidepressivi è aumentato del 2,4%.
Numeri che fotografano quindi un fenomeno articolato, ma complessivamente preoccupate, anche per le conseguenze psicofisiche su chi ne è direttamente coinvolto. Da un punto di vista scientifico, prima ancora che al livello istituzionale, una simile problematica richiede un approccio sistemico e multidisciplinare per essere arginata. Consapevole di ciò, UniCamillus dal 2021 ha attivato il corso di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana.
L’Ateneo, proprio come Università specificamente dedicata alla cura della salute e alla prevenzione, vuole contribuire a contrastare questo problema formando professionisti qualificati nel campo della nutrizione, in grado di potersi muovere tanto all’interno della sanità pubblica, quanto nel mondo della ricerca, al livello aziendale o individualmente. L’Università Medica Internazionale di Roma punta a fornire ai futuri specialisti del settore le abilità e le conoscenze interdisciplinari necessarie alla promozione dello stato di salute umana attraverso l’alimentazione. Non a caso in questo percorso di studi vengono affrontati tanto gli aspetti strettamente medici e farmacologici, quanto le tematiche legate invece alla dietistica e alle scienze motorie.
Per UniCamillus però non si tratta solo di fare la propria importante parte in ambito formativo, al livello accademico, per la cura e la prevenzione delle malattie cronico-degenerative derivate dall’obesità. Il corso in Scienze della Nutrizione Umana, al pari di tutte le attività direttamente gestite, organizzate o comunque sostenute dell’Ateneo, si pone infatti il fine ultimo di aiutare in generale l’intero processo di miglioramento diffuso della qualità della vita delle persone.
Per saperne di più consulta la sezione dedicata al corso di Laurea in Scienze della Nutrizione Umana sul sito di UniCamillus, cliccando sul seguente link: https://www.unicamillus.org/it/corso-di-laurea-in-scienze-della-nutrizione-umana/