Serve una maggiore sistematicità nell’impiego delle tecniche per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). È questo il messaggio che è emerso dal congresso della Società Italiana della Riproduzione, tenutosi in UniCamillus il 30 novembre e l’1 dicembre scorso. Ad organizzare l’evento nella sede dell’Università Medica Internazionale di Roma ci ha pensato il Presidente della SIdR, Professor Ermanno Greco, nonché titolare della cattedra di Ginecologia e Ostetricia presso l’Ateneo romano. Il congresso si è tenuto in collaborazione con la Società Italiana Policistosi Ovarica (SIPO). Durante i lavori sono state affrontate, in un dibattito aperto con medici e ricercatori presenti, le tante problematiche che un Paese come l’Italia, drammaticamente arenatosi su un tasso di crescita 0, dovrà affrontare nell’immediato futuro e, in parte, anche nel presente.
Aumento dell’infertilità e mutamenti in corso nella società, che portano le donne a scegliere di avere gravidanze sempre più tardi, sono due dei fattori che influenzano di più il crollo della natalità in Italia. I dati parlano di circa 1,6 bambini per donna, molto al di sotto del livello minimo di sostenibilità fissato a 2,1. Le ragioni sono molteplici e spaziano dall’inquinamento (che induce alla sterilità maschile), alla precarietà lavorativa e alla carenza di servizi. Altrettanto variegate sono le conseguenze, comunque inesorabili, di questo declino, con un sistema sociale che rischia seriamente il collasso, se continuerà ancora a lungo ad essere negativo il saldo annuale tra nati e morti. Un mezzo per mitigare questa situazione è la procreazione assistita, con le nuove tecniche di fecondazione in vitro che oggi garantiscono tassi di successo di gran lunga maggiori rispetto a qualche decennio fa.
Attualmente in Italia la fecondazione in vitro contribuisce al 3% circa delle nascite, vale a dire quasi 11mila nati. È ancora troppo poco. La Società Italiana della Riproduzione, per voce del presidente Greco, insiste ormai da diverso tempo sulla necessità di accelerare gli iter di approvazione delle nuove tecniche di PMA. “Le tecniche di riproduzione assistita – ha dichiarato il Professor Greco – oramai devono affrontare questa nuova sfida, il family planning, e non più badare a un singolo tentativo di fecondazione artificiale in sé. Bisogna programmare una serie di interventi affinché si costituisca la famiglia battendo i freni di oggi, ovvero l’età materna avanzata e l’aumento dell’infertilità maschile”. Il Rettore di UniCamillus, Gianni Profita, che ha fatto gli onori di casa durante il congresso, ospitato nell’Aula Magna della struttura di UniLabs, ha commentato così l’importanza di consessi scientifici come questo: “Il crollo della natalità è un fatto tragico che noi viviamo in modo strategico. Una delle nostre mission come Università Medica è proprio quella di contribuire all’aumento delle nascite, di incoraggiarle. Per questo, tutto ciò che può aiutare ad affrontare il problema scientifico della riproduzione è sicuramente benvenuto”.