L’Unione Europea intensifica la lotta all’antibioticoresistenza. Il 13 giugno scorso è stata adottata dal Consiglio dell’UE una raccomandazione che concentra l’attenzione delle istituzioni comunitarie e dei singoli Stati membri su un uso più prudente degli antimicrobici in tutti i settori della salute umana, animale e dell’ambiente. Un aspetto direttamente legato all’obiettivo comune europeo di aumentare la cooperazione riguardo la sorveglianza e il monitoraggio delle infezioni, oltre che nell’innovazione e disponibilità di antimicrobici sempre più efficienti.
Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha fissato come obiettivo per il 2030 al livello comunitario una riduzione del 20% del consumo di antibiotici. Una misura che contribuirà a renderne complessivamente più efficace l’utilizzo sugli esseri umani. Viene in sostanza portato avanti il principio dell’utilizzo dell’antibiotico giusto, solo quando necessario, per arrivare così ad una sostanziale riduzione delle infezioni provocate da batteri resistenti agli antibiotici. L’obiettivo sarà perseguito principalmente nelle strutture ospedaliere, ma la diffusione della buona abitudine di non abusare del farmaco antibiotico è un concetto su cui gli organismi dell’Unione insistono ormai da diverso tempo. Per questo la Commissione Europea ha accolto “con soddisfazione l’adozione da parte del Consiglio UE della proposta volta a potenziare l’azione contro la resistenza antimicrobiotica”.
La raccomandazione contribuisce infatti a combattere tale problema, seguendo il cosiddetto approccio ‘One Health‘: una metodologia che consiste nel considerare importante la salute globale tanto quanto quella individuale e per questo si propone di affrontare le problematiche con collaborazioni interdisciplinari. In tal senso, gli obiettivi raccomandati a livello dell’Ue e tradotti dai singoli paesi a livello nazionale permetteranno all’intera Unione di contrastare il problema dei cosiddetti super batteri resistenti. In una nota della Commissione si legge: “Tenendo conto delle specificità nazionali, senza compromettere la salute e la sicurezza dei pazienti, le singole misure che saranno adottate permetteranno anche di monitorare meglio le infezioni e il consumo di antibiotici nei prossimi anni e di calibrare di conseguenza l’elaborazione delle politiche”.
Nella medesima raccomandazione varata dal Consiglio dell’UE viene anche chiesto agli Stati membri di includere questo tema nell’accordo quadro sulla gestione delle pandemie, che è attualmente in fase di negoziazione. Lo stesso Consiglio invita inoltre i Paesi del G7 e del G20 a mantenere la resistenza antimicrobica in cima alle rispettive agende di lavoro.