Attività fisica prescritta come un farmaco: cosa prevede il nuovo disegno di legge

Noto come Ddl 287, mira a contrastare la sedentarietà per combattere l’obesità e le sue gravi conseguenze. Ma lo sport da solo non basta: il commento di Costanza Montagna, Ricercatrice UniCamillus

Può sembrare banale, persino trito e ritrito, ma si sa: più le cose sono scontate, più è facile che vengano bypassate. Ci riferiamo al fatto che l’inattività, la sedentarietà e l’eccesso di peso fanno ammalare, e anche gravemente. 

La sedentarietà e il sovrappeso possono avere effetti significativi sulla salute, aumentando il rischio di diverse malattie. Una delle principali è rappresentata dalle malattie cardiovascolari, con l’aumento della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo che possono portare a infarti e ictus. 

Un’altra possibile conseguenza dell’inattività – e quindi di un probabile sovrappeso – è il diabete di tipo 2:  l’accumulo di grasso corporeo può ridurre la sensibilità all’insulina, causando livelli elevati di zucchero nel sangue e aumentando il rischio di comorbidità a livello di altri organi importanti del corpo. 

Anche le articolazioni risentono del peso in eccesso, con un rischio maggiore di sviluppare osteoartrite, senza contare che la mancanza di movimento è legata inoltre a disturbi come depressione e ansia, minando il benessere psicologico.

Infine, il sovrappeso è associato a un rischio maggiore di alcuni tipi di cancro, come quelli del colon e della mammella, poiché il grasso corporeo in eccesso può influenzare negativamente i livelli ormonali e i processi infiammatori.

1,3 miliardi di euro: il danno della sedentarietà per i prossimi 30 anni sul SSN

L’attività fisica e una sana alimentazione potrebbero essere davvero un’ottima prevenzione e una cura indispensabile. Purtroppo, però, non sono ancora percepite in questo modo: sono più di 38 milioni gli italiani che non praticano attività fisica, con una media di soggetti attivi solo del 27% contro una media europea del 44%. Sono questi i numeri esigui rilevati dal Rapporto Sport 2023 dell’Istituto per il Credito Sportivo e da Sport e Salute. Ed è stato lo stesso Presidente dell’ICS, Beniamino Quintieri, che, nel Convegno dell’Università UniCamillus dedicato al tema “Medicina e Scienza dello Sport”, ha sottolineato l’importanza dell’attività fisica per prevenire le malattie croniche più pericolose.

L’inattività pesa sulla salute pubblica e, di conseguenza, sul Sistema Sanitario Nazionale, stimando un danno di 1,3 miliardi di euro nei prossimi 30 anni. Una possibile soluzione arriva un innovativo disegno di legge che mira a promuovere l’attività fisica come mezzo di prevenzione e cura, equiparandola a un farmaco e rendendola detraibile fiscalmente. 

La proposta, identificata come Ddl 287 e patrocinata dalla Senatrice Daniela Sbrollini, è sostenuta da tutti i partiti della X Commissione del Senato, che si occupa di Affari sociali, Sanità e Previdenza Sociale. Questo disegno di legge prevede che l’esercizio fisico possa essere prescritto da medici generali, pediatri e specialisti, con la possibilità per le famiglie di ottenere detrazioni fiscali sui costi associati. Si tratta di una prospettiva che deve ancora diventare realtà, e per questo è necessaria la cooperazione tra le istituzioni sanitarie e sportive. 

Sport sì, ma non sottovalutiamo il ruolo della sana alimentazione

Ovviamente, se l’attività sportiva moderata può apportare grandi miglioramenti nella vita quotidiana e nella salute fisica e mentale di un individuo, è fondamentale anche una sana alimentazione. Infatti, essere in forma e fare esercizio fisico regolarmente non compensa del tutto gli effetti negativi di un’alimentazione squilibrata o eccessiva: i cibi ricchi di grassi e zuccheri, come il fast food o le bevande zuccherate, possono compromettere seriamente le prestazioni sportive e la salute generale. Inoltre mangiare male, anche se si è sportivi, può portare a un accumulo di grasso viscerale, che non è sempre evidente ma può aumentare il rischio di problemi cardiovascolari come l’aterosclerosi.

Per questi motivi, l’alimentazione resta sempre un pilastro importante di una buona salute, al pari dello sport. 

«Una sana alimentazione e uno stile di vita attivo, con un’attività fisica moderata quotidiana, sono fondamentali per il mantenimento di un buono stato di salute. Non si tratta solo di prevenire malattie croniche, ma anche di migliorare la qualità della vita in generale. L’equilibrio tra ciò che mangiamo e il movimento che facciamo è essenziale ed ha un impatto significativo sul benessere fisico e mentale, rafforzando il sistema immunitario, migliorando l’umore e aumentando l’energia – afferma la Prof.ssa Costanza Montagna, Ricercatrice presso l’Università UniCamillus, nonché manager didattica del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana dello stesso Ateneo – Tuttavia, è importante sottolineare che l’esercizio fisico non può compensare completamente una dieta povera o squilibrata, così come una sana alimentazione non può compensare la sedentarietà. Per questo motivo, è essenziale educare la popolazione sull’importanza di combinare vita attiva e sana alimentazione per raggiungere un benessere complessivo e duraturo.»

Per chi volesse approfondire le tematiche relative alla corretta alimentazione, diventando così un professionista in questo campo, ricordiamo che sta per scadere l’iscrizione al Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana dell’Università UniCamillus. Le domande possono pervenire per via telematica a questo link, entro e non oltre il 10 settembre 2024 alle ore 13.

Per maggiori informazioni, è possibile consultare il bando relativo, o scrivere una mail a nutizione.umana@unicamillus.org