Orgoglio, emozione, gratitudine e anche un pizzico di nostalgia. C’è stato tutto questo in UniCamillus martedì 15 ottobre, durante la cerimonia di consegna delle pergamene di Laurea ai neo-laureati in Medicina e Chirurgia. Si tratta di fatto degli studenti che per primi hanno iniziato il loro percorso di studi nel nostro Ateneo, quando nacque sei anni fa. Alcuni avevano già discusso le loro tesi a luglio scorso, altri invece nella sessione autunnale. Per tutti loro questa cerimonia è stata un’occasione per festeggiare insieme il traguardo raggiunto, in quegli stessi ambienti che li hanno visti crescere in questi anni. Per l’Università, il Rettore, i Professori e tutto lo staff è stata una gioia vedere i primi frutti del proprio impegno e della propria passione quotidianamente profusi per far spiccare ora definitivamente il volo a questi ragazzi verso le loro ambizioni e i loro obiettivi.
In rappresentanza dei 60 ragazzi e ragazze presenti ieri nell’Auditorium di UniCamillus per la simbolica celebrazione, alcuni di loro hanno preso la parola sul palco per raccontare brevemente l’esperienza vissuta. Una di loro, Maria Stella Anselmi, ha voluto sottolineare un aspetto in particolare: “Oggi lasciamo da medici questa università, alla quale guardiamo come la nostra casa. E mentre ci prepariamo ad un nuovo inizio, vi chiedo di ricordare ora e sempre perché abbiamo intrapreso questo viaggio: per cercare di fare la differenza, per essere quella mano che sorregge, quel sorriso che conforta, quella speranza che guarisce”. Le ha fatto eco Gianluca Cappuccini, ex rappresentante degli studenti del Corso di Laurea in Medicina: “Ho avuto il privilegio di vivere qui, in UniCamillus un percorso ricco di sfide, ma anche di grandi soddisfazioni, caratterizzato da un forte spirito di appartenenza e comunità”. Poi, ricordando con un sorriso avvolto da un filo di malinconia le tante attività e iniziative, didattiche e non, portate avanti in questi anni grazie all’Università e insieme ai suoi compagni di corso, ha aggiunto: “Questi sei anni rappresentano un capitolo fondamentale della mia vita, un’esperienza che rimarrà per sempre nel mio cuore. È stata davvero un’avventura straordinaria, e sento già la mancanza di questa Università”.