Ne abbiamo parlato con il Prof. Matteo Piattoli, Docente di Anestesiologia presso l’Università UniCamillus
Durante il periodo più caldo dell’anno, tra luglio e agosto, le temperature sopra i 35 gradi e l’umidità spesso altissima possono provocare le cosiddette “malattie da calore”, ossia delle condizioni che si verificano quando il corpo, sottoposto a calore eccessivo, non riesce più a regolare la propria temperatura in maniera efficace. I sintomi possono essere meno gravi, come semplici crampi muscolari, oppure possono verificarsi situazioni più serie come l’esaurimento da calore e il colpo di calore: quest’ultimo, soprattutto, può arrivare ad essere letale, poiché la temperatura corporea può salire oltre i 41°C causando danni al cervello e agli organi vitali.
Se ad alte temperature il rischio di incorrere in un colpo di calore può capitare a chiunque, di sicuro vi sono persone più vulnerabili, come bambini, anziani e individui fragili. Ma non solo: sono particolarmente a rischio anche coloro che fanno attività fisica (come gli sportivi) e chi lavora al caldo (come agricoltori e operai edili).
Tipi di malattie da calore
Crampi da Calore. Sono contrazioni muscolari brevi e dolorose, che colpiscono soprattutto quadricipiti femorali e gemelli della gamba (i muscoli della coscia e del polpaccio), si verificano più spesso durante o dopo attività fisica intensa in condizioni di caldo estremo e sono causati da perdite idrosaline per l’eccessiva sudorazione. Pur non rappresentando un’emergenza è comunque importante interrompere l’esercizio fisico, riposarsi, reidratarsi e fare stretching, perché rappresentano comunque un campanello d’allarme: sono infatti un primo segno di disfunzione dell’organismo, e ci allertano di un’iniziale difficoltà a regolare la temperatura interna.
Esaurimento da calore. Questa è una situazione più grave rispetto ai crampi, con sintomi come sete intensa, debolezza, vertigini, nausea, irritabilità, mal di testa, sudorazione eccessiva e temperatura corporea elevata (39-40 °C). Il soggetto colpito deve essere condotto in un luogo fresco, avvolto con asciugamani bagnati e incoraggiato a bere liquidi contenenti sali e zuccheri. L’obiettivo è evitare che la condizione possa evolvere in quella più grave da colpo di calore.
Colpo di Calore. È la forma più grave di malattia da calore, e rappresenta un’emergenza medica pericolosa per la vita. L’organismo non riesce più a regolare la temperatura, che può superare i 41°C causando danni cerebrali o morte se non trattato tempestivamente. Bambini e anziani sono particolarmente vulnerabili, soprattutto se coperti da indumenti pesanti o se praticano attività fisica intensa senza adeguata idratazione. Anche restare in un’auto chiusa in una giornata calda può causare un colpo di calore.
Vulnerabilità e Prevenzione
Per fortuna, le malattie da calore sono in gran parte prevenibili, per questo è importante informarsi per capire come comportarsi nelle giornate a rischio. A tal proposito, abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Matteo Piattoli, Docente di Anestesiologia presso l’Università UniCamillus.
Quali sono i sintomi a cui fare attenzione?
«Innanzitutto è necessario fare una piccola distinzione tra “colpo di calore” e “colpo di sole” (più comunemente noto come “insolazione”): il primo si manifesta in seguito al prolungato stazionamento in ambienti molto caldi e poco ventilati ed è spesso più improvviso poiché la temperatura corporea può salire molto rapidamente, mentre il secondo si associa a prolungata esposizione solare e non necessariamente richiede temperature eccessivamente alte.
La sintomatologia principale è molto simile tra le due condizioni e consiste in cefalea, capogiro, sensazione di stordimento, crampi muscolari o addominali, vomito, ustioni solari in caso di esposizione prolungata. In casi più seri possono associarsi perdita di coscienza, rigidità nucale (irrigidimento dei muscoli posteriori dell’asse testa/collo) e convulsioni: si tratta di manifestazioni molto gravi e, se sono presenti, è importante prestare immediata assistenza e chiamare al più presto i soccorsi al numero 112 o altro numero dell’emergenza locale.»
Cosa fare in caso di colpo di calore?
«In caso di malore bisogna portare la persona colpita in un ambiente fresco e ventilato, possibilmente ombreggiato e lontano da luci forti, liberarla da indumenti particolarmente stretti e bagnarla con acqua fresca soprattutto sulle estremità, ovvero testa e arti. Se il soggetto in questione non ha perso coscienza ed è in grado di deglutire bene, è opportuno dargli da bere a piccoli sorsi acqua a temperatura ambiente o al massimo leggermente fresca (evitare l’acqua fredda per l’eccessivo sbalzo termico) per favorire la reidratazione: se la vittima è incosciente, questo andrà invece assolutamente evitato poiché potrebbe causare inalazione e soffocamento. In tal caso andranno invece chiamati immediatamente i soccorsi per provvedere a una terapia per via endovenosa.»
Come prevenirlo?
«Come sempre, la prevenzione è la nostra arma migliore. Occorre evitare di uscire negli orari di massimo calore, bagnare frequentemente la testa e indossare occhiali da sole qualora fosse invece necessario uscire. Bisogna tenere d’occhio le condizioni ambientali anche dentro casa, accendendo ventilatori/condizionatori se necessario soprattutto se l’ambiente è poco ventilato. È inoltre importante ricordarsi di bere più frequentemente del solito, anche se non abbiamo particolare sensazione di sete: un adulto di corporatura media dovrebbe bere sempre almeno di 2-2.5 litri d’acqua al giorno, che possono aumentare anche di molto se effettua attività sportiva o è soggetto a sudorazione intensa per un qualsiasi motivo.»
Quali sono i soggetti più a rischio e perché?
«I soggetti a più alto rischio sono coloro che svolgono lavori in esterno (poiché esposti a sole e calore durante tutto o quasi l’arco della giornata), i bambini poiché hanno una ridotta percezione della sintomatologia e tendono a fare molta attività fisica a tutte le ore, i soggetti fragili per patologie, gli anziani. Questi ultimi, in particolare, hanno fisiologicamente una ridotta percezione dello stimolo della sete e spesso assumono farmaci con effetti complessi tra cui diuretici o che riducono la pressione arteriosa: è dunque fondamentale accertarsi che si mantengano ben idratati e confrontarsi con il medico curante, che valuterà l’eventuale rimodulazione della terapia se appropriato.
Non dimentichiamoci inoltre dei nostri amici a quattro zampe! Loro non sudano come noi e potremmo non accorgerci subito di alcuni sintomi, ma le regole generali valgono allo stesso identico modo: in caso di malore portateli all’ombra e in ambiente fresco, bagnateli su zampe/polpastrelli e sulle parti con poco pelo e chiamate il veterinario di fiducia se non passa in breve tempo o si manifestano segni di pericolo.»