Laura, Riccardo e Valerio, studenti UniCamillus, parlano di come hanno vissuto l’esperienza Erasmus, dando piccoli e grandi consigli a chi volesse partire per studiare all’estero
Promesse di nuove scoperte, brivido di novità, nuove culture: un mix irrinunciabile per tanti studenti in tutto il mondo. Stiamo parlando di Erasmus+, il programma universitario di mobilità studentesca dell’Unione Europea nato nel lontano 1987. Non a caso, “Erasmus” è l’acronimo di EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students, e si ispira ad Erasmo da Rotterdam, teologo olandese che girò tutta l’Europa per studiarne le diverse culture.
Un progetto unico che continua a plasmare il percorso di tantissimi universitari che, in questo modo, riescono a unire l’esperienza di un viaggio all’estero con la possibilità di continuare a studiare per il proprio corso di laurea.
Quando si parla di UniCamillus, un’università internazionale ricca di studenti stranieri e che offre la possibilità di studiare in lingua inglese, come viene vissuta un’esperienza all’estero? Quali sono le differenze e le similitudini che si riscontrano tra l’ateneo di partenza e quello di arrivo? Inoltre, trattandosi di Scienze Mediche, come vengono percepite le diverse sfumature tra la medicina in Italia e quella del Paese ospitante?
Abbiamo provato a chiederlo ai diretti interessati, e così Laura, Riccardo e Valerio hanno deciso di condividere con noi (e con voi!) le proprie sensazioni riportate in Italia da altri meravigliosi luoghi d’Europa. Sono emozioni ancora freschissime, considerando che tutti e tre hanno partecipato all’Erasmus lo scorso semestre invernale, oltre ad essere tutti studenti del quinto anno di Medicina e Chirurgia presso UniCamillus a Roma
Laura, forse, ha scelto la meta più particolare, quantomeno per dimensioni e abitanti: la piccola Covilha, una gemma nascosta tra Porto e Lisbona, in Portogallo. L’università di riferimento è stata quella di Beira Interior. «Di sicuro una città più grande potrebbe sembrare più ricca di stimoli, ma in un luogo più piccolo è più facile creare legami di amicizia e connessioni positive!» afferma entusiasta Laura. Il tutto è stato facilitato dal fatto che i portoghesi sono simili agli italiani.
E con gli esami in lingua? Qualche difficoltà iniziale, ma nulla di insuperabile, anzi… «Non parlavo portoghese prima di partire, ma è stato più facile di quanto pensassi: è abbastanza intuitivo per noi italiani – racconta Laura – I professori, inoltre, sono stati molto comprensivi, quindi non ho avuto problemi!». Senza trascurare, inoltre, che il piano di studi è organizzato meticolosamente prima di partire, per cui non ci sono ostacoli con la convalida degli esami sostenuti in un altro posto. Ma come si arriva alla voglia di fare un’esperienza così internazionale in pieno percorso universitario? «Noi universitari siamo a conoscenza del programma Erasmus+, e qui ad UniCamillus abbiamo la fortuna di avere una referente che ci mette sempre al corrente di questi bandi e iniziative – risponde Riccardo, che ha vissuto la sua esperienza presso la Charles University di Praga – Sono partito per la Repubblica Ceca con l’aspettativa non solo di conoscere un’altra città, ma anche perché credo che sia utile avere contatti all’estero per il mio futuro professionale, oltre che per comprendere come sia la medicina fuori dall’Italia».
Gli studenti UniCamillus, vivendo quotidianamente in un ateneo internazionale, sono facilitati nello scambio accademico e umano con altre culture. «In fondo qui a UniCamillus studiamo anche in inglese, per cui siamo portati a pensare ad un nostro futuro anche all’estero. L’Erasmus, in questo, può sicuramente aiutare a prendere i primi contatti – continua Riccardo – Anche a Praga c’erano parecchi studenti provenienti da varie parti del mondo, per cui non mi sentivo “straniero”. Inoltre i cechi sono molto accoglienti!».
Consigliata, dunque, anche Praga a chi volesse sceglierla come meta Erasmus, in quanto «capitale europea con un piccolo centro circoscritto, a misura d’uomo, e quindi che offre possibilità di farsi delle amicizie e anche di coltivarle».
Le paure iniziali che possono sopraggiungere prima di un viaggio verso una meta con lingua e cultura sconosciute, dunque, si rivelano abbastanza labili di fronte allo spirito solidale che si instaura fra gli studenti di tutto il mondo. Quando si tratta di Paesi simili all’Italia, ovviamente il discorso è ancora più semplice: è quello che ci svela Valerio, che ha partecipato al programma Erasmus+ presso l’Università di Valencia. «Gli spagnoli sono davvero i cugini degli italiani! Il clima mediterraneo di Valencia è caldo e accogliente, con giornate soleggiate; professori, personale universitario e colleghi spagnoli sono stati disponibili e ospitali; la lingua è molto simile alla nostra e il mood è rilassato e tranquillo… sono certo che la mia storia con la Spagna non sia finita qui!».
E di UniCamillus? Cosa manca? «Il clima familiare, il fatto che sia un’isola felice, il rapporto diretto con i docenti» spiega Valerio ma, come aggiunge Laura, «bastano un po’ di spirito di adattamento e la disponibilità a stringere connessioni umane di qualità».
Come scegliere la meta? «Prendete una decisione di pancia e di cuore – consiglia Valerio – Accettate di vivere questa esperienza con mentalità aperta e libera: andate con questo desiderio, e il vostro viaggio supererà le vostre aspettative!»