Il caso più noto, e più recente, è quello di Bruce Willis, uno dei volti più noti del cinema statunitense, che ha dovuto ritirarsi dalle scene a causa di una diagnosi di afasia. Un annuncio inatteso che ha riportato all’attenzione del pubblico il problema dei disturbi del linguaggio, che impattano sulla capacità di una persona di comunicare limitandola.
E’ proprio la voce lo strumento con cui esprimiamo noi stessi, che permette di relazionarsi con gli altri, di farsi conoscere. Affrontare dunque il tema del benessere della voce, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del controllo, dell’attenzione alle variazioni della fonazione può rappresentare la differenza nell’identificazione precoce anche di patologie gravi e complesse.
E’ proprio partendo da questo assunto che dal 1999 ricorre la Giornata mondiale della voce, una ricorrenza in cui la voce, mezzo sociale fondamentale, diventa protagonista dell’attenzione non solo delle componenti sanitarie ma anche di tutti quei soggetti già affetti da patologie, sia importanti, come disfonie, afasie o disartrie, sia più lievi.
I destinatari del messaggio della giornata sono infatti tutte quelle figure professionali che utilizzano la voce come strumento di lavoro: insegnanti, avvocati, speaker radiotelevisivi, cantanti, operatori di call center. Non sono da escludere anche i fumatori e coloro che consumano alcol, che espongono le corde vocali all’azione lesiva di questa tipologia di agenti.
Un ulteriore obiettivo della giornata mondiale della voce è quello di focalizzare l’attenzione sulla voce intesa anche come prestazionalità artistica e quindi un invito particolare a sottoporsi allo screening è rivolto a quei soggetti che desiderano conservare o migliorare le loro performances vocali.
L’impegno della scienza è poi legato ad identificare trattamenti medici in grado di intervenire nelle patologie più gravi, oltre alle attività multidisciplinari con altri specialisti come, ad esempio, i logopedisti o i neurologi.
Attenzione, ovviamente, rivolta a chi ha già perduto l’uso della voce e, nel tempo della tecnologia, fatta di sintetizzatori vocali con interazioni sempre più vicine all’inflessione umana, è da ricordare il lavoro delle associazioni. Tra queste, l’Associazione Donatori Voce, che “costituita nel febbraio del 1998” è costituita da alcuni volontari che si impegnano a “leggere per chi è purtroppo impossibilitato a leggere: non vedenti, ipovedenti, dislessici, e per tutte quelle persone che anche temporaneamente non sono in grado di farlo”.
Un modo per restituire la funzione dell’organo a chi si trova a non averne più uso.