Il giorno 24 gennaio dalle ore 09.00 si terrà presso UniCamillus, Università Medica Internazionale di Roma, il Seminario Regionale della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica dal titolo LA TERAPIA “PERFETTA” DELLO SCOMPENSO CARDIACO, dove interverranno i maggiori esperti del settore per condividere esperienze e pareri.
Sono molte le novità nell’ambito dello Scompenso Cardiaco degli ultimi anni che giustificano una messa a punto del tema in ambito di prevenzione e cura. Nuove evidenze dimostrano l’efficacia in termini di aumento di sopravvivenza di farmaci scoperti recentemente, come il sacubitril-valsartan e il Dapaglifozin. Quest’ultimo è un farmaco anti-diabete che abbassa del 26% la mortalità e i ricoveri nei pazienti con scompenso cardiaco, anche in assenza di diabete. Soluzioni chirurgiche e interventistiche sulle valvole cardiache possono modificare in modo consistente la prognosi, come pure la modulazione elettrica della funzione di pompa del cuore. Si dispone inoltre di nuove tecniche di imaging con nuove prospettive diagnostiche fornite dai miglioramenti tecnologici dell’ecocardiografia.
Lo Scompenso Cardiaco può essere considerato, dal punto di vista epidemiologico, la più importante patologia cronico-degenerativa, sulla quale costruire percorsi gestionali imitabili da altre patologie croniche: la “terapia organizzativa” costituisce infatti, analogamente a quanto si è fatto per l’acuzie dell’infarto, la chiave per il miglioramento dell’efficienza assistenziale con notevoli possibili ricadute sugli esiti.
Il convegno si svolgerà per Tavole Rotonde, con l’obbiettivo di condividere pareri ed esperienze dei partecipanti.
Lo scompenso cardiaco colpisce attualmente circa 14 milioni di europei e, il Centro Insufficienza Cardiaca dell’Istituto Auxologico Italiano, stima che nel 2020 si arriverà a 30 milioni.
Sono dati importanti che evidenziano come la prevalenza di questa patologia possa avere un impatto sul sistema socio-sanitario di non poco conto considerando che, in termini di assorbimento di risorse, è stato valutato un costo medio di circa 12.000 euro/anno per ogni paziente con scompenso cardiaco che debba ricorrere a indagini diagnostiche e cure farmacologiche e che richieda di essere riospedalizzato a causa della riacutizzazione della malattia.
Attualmente vi sarebbero in Italia circa 600.000 pazienti affetti da scompenso cardiaco ed è stato valutato che la frequenza della malattia raddoppi a ogni decade di età.
Il seminario pertanto, aperto dai saluti di Gianni Profita, Rettore di UniCamillus, e da una lettura introduttiva del Cardiologo Alessandro Boccanelli, Professore di Moral Philosophy in UniCamillus, sarà una importante occasione per mettere a punto strategie innovative per la cura di questa patologia così rilevante dal punto di vista epidemiologico.