“Oggi per me è una occasione di commiato”. Le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fugano ogni dubbio circa la natura della visite ufficiali che si stanno svolgendo in queste ore. Prima una visita di congedo ufficiale in Vaticano, da Papa Francesco, quindi la volta degli ambasciatori accreditati a Roma nella consueta cerimonia di auguri da parte del Corpo Diplomatico al Quirinale. “Il mio auspicio – ha detto il Capo dello Stato – è per un 2022 che consenta ai nostri popoli di far tesoro delle lezioni che abbiamo appreso in questi due anni, per un miglior futuro”.
“Nell’anno che volge al termine gli effetti della pandemia hanno continuato a colpire indistintamente tutti noi, in ogni Continente, rendendo sempre più evidente che le risposte alle sfide del momento presente trascendono i confini nazionali. I nostri destini, quelli del pianeta e dell’intera umanità, sono inestricabilmente legati”, ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando che “Ci si può salvare solamente agendo tutti insieme”.
“Stiamo fronteggiando – con sofferenza ma con crescente efficacia – un comune pericolo per il genere umano che ha provocato ovunque lutti e posto in crisi le economie e le società di tutti i continenti. Fronteggiarla è reso possibile dall’opera della comunità scientifica internazionale che ha collaborato in maniera aperta e integrata al di sopra dei confini, scambiando conoscenze, esperienze, scoperte” ha sottolineato il Presidente.
E se “questa pandemia fa temere che possano insorgerne altre” allora “è indispensabile che alla collaborazione scientifica internazionale, che sta proseguendo, si affianchi l’apertura reciproca alla collaborazione da parte degli Stati nella comunità internazionale. In ogni ambito”. E proprio di pandemia ha riferito anche il Premier Mario Draghi, prima alla Camera dei Deputati e poi al Senato, in vista del Consiglio Europeo. “I dati di oggi descrivono però un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso.
Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è 297 mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860. Negli ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629. Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri”.
Un miglioramento cospicuo, dovuto “soprattutto alla campagna di vaccinazione – sottolinea il premier -in Italia abbiamo vaccinato con due dosi quasi 46 milioni di persone in un altro – oltre 300 milioni in tutta l’Unione Europea. È una mobilitazione imponente, per cui voglio ringraziare il Servizio sanitario nazionale, la struttura del Commissario per l’Emergenza Covid-19, la Protezione Civile, tutti i cittadini”. Oggi in Italia più dell’85% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto due dosi, e circa il 20% ha fatto anche la terza. Intanto già dal 16 dicembre è possibile procedere con la vaccinazione dei più piccoli, nella fascia 5-11 anni.
“Voglio incoraggiare ancora una volta chi non si è vaccinato a farlo al più presto – e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile. Come dimostra un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità – ha aggiunto il premier — i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi 17 volte maggiore rispetto a chi ha fatto la terza dose. Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. Ed è essenziale per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come siamo riusciti a fare fino ad ora”.
Crediti fotografici Quirinale