Istituzioni, esperti e volontari si confrontano sulle sfide della medicina umanitaria e sulla necessità di una sanità globale più resiliente
Si è tenuto a Roma, presso l’Auditorium dell’Università UniCamillus, il convegno dal titolo “Medicina Umanitaria: Una Risposta Italiana per il Futuro”. L’evento ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali, esperti e volontari umanitari di rilievo internazionale, e ha rappresentato un’occasione cruciale per esplorare il ruolo della medicina umanitaria nella gestione delle emergenze globali e nella costruzione di una resilienza sanitaria sostenibile.
Le crisi che ridefiniscono la salute globale
Le crisi sanitarie globali sono molteplici e interconnesse. Tra le più gravi vi è la crisi dei rifugiati: milioni di persone in fuga da conflitti vivono senza assistenza sanitaria adeguata. Anche il cambiamento climatico peggiora la situazione, intensificando eventi estremi come inondazioni e ondate di calore, che causano migrazioni forzate e aumentano le malattie infettive. Le pandemie restano una minaccia, come mostrato dal COVID-19, che ha indebolito i sistemi sanitari globali, mentre nuove infezioni suscitano timori. Inoltre, l’insicurezza alimentare, anch’essa aggravata dai conflitti e dal clima, accresce malnutrizione e vulnerabilità. La medicina umanitaria diventa essenziale, non solo come risposta emergenziale, ma come investimento per il futuro.
Medicina umanitaria: il cuore dell’essere medico
«Il medico fa la differenza quando opera in chiave umanitaria – esordisce Gianni Profita, Rettore UniCamillus che ha aperto il convegno – Sono fiero che l’Università UniCamillus, con la sua vocazione internazionale e umanitaria, contribuisca a formare tale consapevolezza». Una vocazione che dovrebbe essere normale, eppure non lo è. Come sottolinea il Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, «oggi si globalizzano guerre ed egoismo, per questo la sfida della medicina umanitaria è quella di salvarci tutti, partendo dai più deboli». Questo può avvenire solo unendo le forze, come sostiene Cristiano Camponi, Direttore Generale dell’INMP – Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto alle malattie della Povertà, ente del SSN: «Istituzioni, enti del Terzo Settore, università: tutti possono contribuire a mettere al centro il paziente, tenendo conto sia della sua salute fisica che delle sue peculiarità umane, psicologiche e sociali».
Questa considerazione umana del paziente è ciò che rende “umanitaria” la medicina, ed è «la parte più bella di questo mestiere, perché è una vocazione, e si salva la vita del prossimo senza aspettarsi un tornaconto economico» commenta la Professoressa Donatella Padua, Delegata alla Terza Missione UniCamillus.
Segue l’intervento del Professor Massimo Gravante, Docente di Dermatologia e Parassitologia Generale presso UniCamillus. Il video delle sue missioni in Benin ha commosso la platea, mentre il Professore ha raccontato di come si affrontassero le condizioni difficili di lebbra, albinismo, malaria di bambini anche molto piccoli. «In ogni missione umanitaria, però, è fondamentale il rispetto della dignità delle popolazioni locali, sia in termini di credo religioso che di orientamento culturale».
Missioni nel mondo: esperti a confronto
La tavola rotonda è stata moderata da Vincenzo Morgante, Giornalista e Direttore di TV2000 e Radio InBlu, che ha ribadito il fascino della Terza Missione universitaria come «elemento di raccordo tra didattica, ricerca e utilità sociale, ai fini di un bene comune».
Sono seguite le presentazioni degli ospiti, provenienti da realtà associative di stampo filantropico. Drammatico lo scenario raccontato da Andrea Accardi, Programmes Advisor di Intersos: «Nel mondo c’è stata un’escalation importante di conflitti armati: nel 2009 erano 17 in 16 contesti politici. Oggi abbiamo 50 Paesi che vivono in una condizione di alto livello di conflitto. Il focus è su Medio Oriente, Ucraina e Sudan». Le difficoltà nell’affrontare queste situazioni sono molteplici. «Le emergenze aumentano e i soldi sono pochi, ed è difficile aspettare gli interventi delle istituzioni ufficiali internazionali». Ed è proprio alle istituzioni che si rivolge Emergency, la cui Medical Division è rappresentata dal Chirurgo Maurizio Cardi: «Nei territori in cui operiamo, miriamo a responsabilizzare le istituzioni locali, per permettere a tutti di accedere gratuitamente alle cure migliori».
Non solo operare, ma anche creare resilienza. È quanto viene ribadito da Francesca Toppetti, Direttrice Generale di Emergenza Sorrisi ETS: «Come ONG, in 23 Paesi operiamo bambini affetti da malformazioni del volto acquisite o congenite, ma non basta. Per consentire alla sanità locale di essere indipendente, occorre trasferire competenze ai medici dei Paesi con cui collaboriamo: finora ne abbiamo formati 700».
Il benessere dei bambini è l’obiettivo di Telefono Azzurro Onlus, rappresentato nella tavola rotonda da Michele Riondino, che è il Responsabile Diritti dell’Infanzia. «Dal 1987, anno di nascita del Telefono Azzurro, le chiamate dei minori sono aumentate, soprattutto dopo il Covid. I disagi maggiori nei più piccoli sono quelli di tipo psicologico, e non c’è salute dove non vi sia salute mentale» ha spiegato, ribadendo l’importanza del diritto all’ascolto dei più piccoli.
Professionalità, dunque, ma anche tanto cuore. Quel cuore necessario per comprendere davvero il paziente nella sua accezione più indifesa e bella di essere umano. Come esorta Fabrizio Frinolli Puzzilli, Presidente AMKA, «chi parte per le missioni umanitarie deve essere pronto, non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano».
UniCamillus e Missione Umanitaria
UniCamillus, forte della Terza Missione, promuove da anni il volontariato sanitario come strumento formativo per professionisti capaci di rispondere ai bisogni delle comunità più vulnerabili. Grazie all’impegno degli studenti e dei docenti, molti dei quali sono già attivamente coinvolti in missioni umanitarie – come nel caso del Prof. Gravante – UniCamillus contribuisce a costruire una generazione di medici e operatori sanitari preparati a intervenire nelle aree più critiche del mondo.
Il convegno “Medicina Umanitaria” è stato il primo del ciclo di conferenze “Orizzonti della Medicina: dove la scienza incontra la società”, curato dalla Terza Missione di UniCamillus, con la Prof.ssa Donatella Padua come Responsabile Scientifica.