Pubertà precoce sempre più frequente: più colpite le bambine

Ne parliamo con la Prof.ssa Anna Claudia Romeo, docente di Pediatria Generale e Specialistica presso l’Università UniCamillus

La società attuale presenta di sicuro modelli che portano adolescenti e preadolescenti a ‘crescere prima’, sia nel look che nei modi di fare. Tuttavia, ci sono dei casi in cui si diventa adulti all’improvviso, e non solo nelle sembianze: si chiama “pubertà precoce”, ed è la maturazione sessuale che avviene molto prima del previsto, ossia prima degli 8 anni nelle bambine e prima dei 9 nei maschietti. Questo si traduce in manifestazioni precoci della pubertà fisiologica che possono destabilizzare sia i genitori che i piccoli diretti interessati, e sono:

  • sviluppo del seno e primo ciclo mestruale nelle bambine
  • testicoli e pene ingrossati, peli sul viso e voce profonda nei bambini
  • comparsa di peli pubici e ascellari
  • rapida crescita in altezza e muscolatura
  • comparsa di acne

«Le manifestazioni tipiche della pubertà dipendono dagli ormoni sessuali, estrogeni nella femmina e androgeni nei maschi – ci spiega la Prof.ssa Anna Claudia Romeo, docente di Pediatria Generale e Specialistica e di Patologia Clinica e Immunoematologia presso l’Università UniCamillus  – Nella femmina il primo segnale di attivazione puberale è rappresentato dalla comparsa del bottone mammario, cioè un iniziale ingrandimento della ghiandola mammaria palpabile come una “nocciolina” sotto il capezzolo. Nel maschio l’inizio puberale è caratterizzato dall’aumento di volume testicolare superiore ai 4 ml, talvolta più difficile da riconoscere».

Nelle bambine, però, è un problema molto più frequente, con una proporzione di 10:1 rispetto ai maschietti. «Negli ultimi anni si è osservata una costante tendenza all’anticipo della comparsa del primo ciclo mestruale, dai 12 anni e mezzo degli anni ’50 agli 11 anni e mezzo attuali e, parallelamente, un’aumentata incidenza di pubertà precoce soprattutto tra le femmine» afferma la Prof.ssa Romeo.


Possibili cause

A ciò hanno contribuito i cambiamenti dello stile di vita e l’esposizione a fattori ambientali, ma non solo, perché c’è in gioco anche una componente legata alla familiarità. «Alla base della maggior parte dei casi di pubertà precoce non vi sono malattie – rassicura la Romeo –  Tuttavia è bene ricordare che in alcuni casi la pubertà precoce può essere causata da patologie o tumori, sia del sistema nervoso centrale che delle gonadi e delle ghiandole surrenaliche».

Ritrovarsi adolescenti quando ancora si passa il tempo con i giocattoli non è affatto semplice, sia perché ci si sente diversi dagli altri, sia perché la pubertà precoce è comunque associata a rischi, come cisti e tumori ovarici nelle femmine e tumori delle cellule dei testicoli nei maschi. A rischio, anche i normali processi di crescita. «I cambiamenti ormonali che si verificano nella pubertà precoce, oltre a causare un disagio psicologico, relazionale e sociale correlato al cambiamento corporeo, possono compromettere i normali processi di crescita, anticipando la maturazione ossea e la chiusura delle cartilagini con conseguente rischio di bassa statura da adulti – illustra la nostra esperta – a medio lungo termine inoltre questi bambini potrebbero essere più soggetti a sviluppare ipertensione, diabete, obesità e infertilità in età adulta».

Quali sono i fattori di rischio? Innanzitutto vi sono delle categorie di soggetti in cui questa predisposizione è più frequente: elementi predisponenti sono essere di genere femminile, di etnia ispanica o afro, avere una storia familiare con pubertà precoce, essere obesi e avere uno stile di vita sedentario con un’alimentazione scorretta. Proprio a proposito di quest’ultimo fattore, la Prof.ssa Romeo cita un’analisi attuale che conferma tale ipotesi: «Un recente studio italiano dell’Istituto Gaslini di Genova ha evidenziato come l’aumento di massa corporea (in particolare l’aumento e la distribuzione del grasso corporeo), l’improvvisa interruzione dell’attività sportiva e l’aumento delle condizioni di stress e il crescente utilizzo di schermi (tablet, pc, smartphone) – che hanno caratterizzato la vita dei ragazzi durante il periodo del Covid19 –  hanno contribuito ad un sensibile incremento di incidenza di pubertà precoce negli ultimi 4 anni, con l’80% in più delle visite per sospetta pubertà precoce tra le bambine e un aumento diagnostico del 35% delle forme rapidamente progressive».

Tuttavia, come già citato, vi è il sospetto che anche dei fattori ambientali possano avere un ruolo disponente. «L’esposizione cronica e multipla a interferenti endocrini, cioè contaminanti ambientali ubiquitari ( bisfenolo A, pefluorato, alchilfenoli, tributiltina e molti altri) presenti nell’aria, suolo, acqua, cibo, plastica, indumenti, detergenti, potrebbe essere in grado di interferire con i nostri sistemi biologici e, a livello endocrino, potrebbe causare l’attivazione precoce del timing puberale, sia attraverso meccanismi di similarità con gli ormoni puberali, sia di attivazione recettoriale a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi».


Prevenzione, diagnosi e terapie

A fronte di questo mutamento progressivo che riguarda le nuove generazioni, si può parlare di prevenzione? «Per ciò che riguarda i fattori modificabili, sì – tranquillizza la Romeo – Ad esempio, è possibile agire su stile di vita e prevenzione del sovrappeso». Il tessuto adiposo, infatti, è un organo endocrino che produce ormoni in grado di favorire il processo di maturazione sessuale.

La diagnosi di pubertà precoce è necessariamente appannaggio del medico. «In un bambino che presenti segni di sviluppo puberale precoce è opportuno effettuare una prima visita pediatrica mirata ad evidenziare l’eventuale familiarità, eventuali  repentini incrementi del peso corporeo e della velocità di crescita in altezza, l’età di comparsa, le caratteristiche e la velocità di progressione dei segni di sviluppo puberale riscontrati – specifica la Prof.ssa Romeo – In base a queste valutazioni il bambino potrà essere inviato in un centro specializzato di endocrinologia pediatrica per eseguire una visita specialistica più approfondita comprensiva sia di esami ematici con dosaggi ormonali, anche dopo stimolazione con alcuni farmaci, radiografie per valutare l’età ossea, ed ecografie o indagini radiologiche mirate in base al sospetto clinico».

Una volta che la diagnosi è certa, il percorso terapeutico da seguire sarà diverso a seconda della causa sottostante. «Esistono farmaci in grado di bloccare l’azione degli ormoni della pubertà prodotti in eccesso, arrestando quindi momentaneamente la progressione dello sviluppo puberale del bambino – continua la Romeo – Nei rari casi di pubertà precoce correlati a patologie tumorali, andrà eseguito un intervento chirurgico di rimozione della neoplasia». Nei casi meno gravi, quando la pubertà è solo anticipata e ha uno sviluppo molto lento, il bambino dovrà solo seguire un follow-up endocrinologico senza necessità di farmaci.

Tuttavia, al di là dei problemi di tipo organico e ormonale, nel bambino che si sente e si vede diverso dai suoi coetanei possono esservi pesanti ripercussioni psicologiche. «A tal proposito, è importante sensibilizzare e formare i genitori a una precoce educazione sessuale e affettiva dei bambini, che sia condivisa anche dalla scuola – conclude la Prof.ssa Romeo – La diagnosi precoce aiuta a gestire e superare al meglio questa condizione, ma il supporto psicologico deve proseguire anche dopo il completamento dello sviluppo fisico».