Un numero elevato di Cardiologi ha partecipato al Seminario Regionale LA TERAPIA “PERFETTA” DELLO SCOMPENSO CARDIACO organizzato dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) venerdì 24 gennaio in UniCamillus.
Il tema dello scompenso è di grande attualità, trattandosi di una condizione epidemiologicamente molto rilevante a causa dell’invecchiamento della popolazione. Lo scompenso cardiaco cronico difatti, è tra le malattie cardiovascolari più diffuse nei pazienti di una certa età e principale causa di mortalità e ricovero per malattie non chirurgiche secondo il Ministero della Salute.
L’evento, suddiviso in cinque Tavole Rotonde e coordinato dal Cardiologo Alessandro Boccanelli, Presidente di SICGe e Professore di Moral Philosophy in UniCamillus, ha consentito un utile scambio di idee tra i professionisti, soprattutto relativamente alle nuove possibilità di trattamento della malattia. Sono infatti disponibili oggi nuove classi di farmaci in grado di migliorare in modo consistente l’aspettativa e la qualità di vita,come il Sacubitril/Valsartan e l’empaglifozin.
Accanto alla terapia medica, si dispone di dispositivi impiantabili in grado di migliorare la forza contrattile del cuore e di procedure mini invasive, come la sostituzione della valvola aortica mediante catetere (la TAVI) e la riparazione transcatetere della valvola mitrale (Mitral clip): questi provvedimenti consentono di applicare anche agli anziani e ai grandi anziani soluzioni impensabili fino a qualche anno fa.
Sono stati fortemente sottolineati gli aspetti organizzativi dell’assistenza: trattandosi di malattia cronica, lo scompenso cardiaco necessita della presenza di una rete territoriale-ospedaliera che risponda alle esigenze differenziate secondo lo stadio e le fasi della malattia. In questo contesto, il Seminario ha dato molto spazio alla telecardiologia, considerata come un vero e proprio “monitoraggio a distanza” che consente un rapido teleconsulto tra medico di medicina generale e specialista cardiologo, o direttamente utilizzabile dal paziente stesso, rapidamente allertato in caso di insorgenza di nuovi elementi patologici o, al contrario, rassicurato. Sono state riferite inoltre, virtuose esperienze di gestione in rete della malattia, come avviene nella ASL RM2, che è riuscita a spostare l’asse dell’assistenza sul territorio con nuovi modelli organizzativi che integrano team specialistici (dando notevole rilievo all’assistenza infermieristica) e di cure primarie. I pazienti sono coinvolti attivamente per aumentarne l’aderenza alla terapia e migliorare gli stili di vita.