Evoluzione del sistema sanitario e formazione di nuovi medici: due concetti che devono andare per forza a braccetto, oggi e per il futuro. Di questo tema si è discusso stamattina presso l’Auditorium di UniCamillus, durante l’evento “La Sanità del Futuro, oltre i confini della patologia, un Manifesto per l’Italia”, organizzato dall’Associazione SIGMA UniCamillus con il patrocinio della Fondazione Dignitas Curae.
L’occasione è stata importante per gli studenti dell’Università Medica Internazionale per approfondire un tema che sta molto a cuore all’Ateneo stesso. Abituare da subito le nuove generazioni di medici e operatori sanitari a considerare davvero il paziente come centro del percorso terapeutico è infatti uno dei principi fondativi della mission universitaria di UniCamillus. Attraverso questi incontri, a maggior ragione se organizzati e gestiti, come in questo caso, direttamente dagli studenti stessi, che manifestano così la loro altrettanta sensibilità a tali tematiche, l’Ateneo punta a promuovere e diffondere l’idea di una sanità sostenibile, con un approccio basato sul lavoro di squadra a livello medico, in contrapposizione alla frammentazione specialistica attuale.
La stessa idea dell’Associazione SIGMA è quella di far crescere insieme i medici e i professionisti sanitari, attraverso la pratica di ciò che si apprende sui libri e cercando di avvicinare idealmente sempre più quello che è il vero valore del camice bianco. Principi che hanno trovato sponda nel Fondazione Dignitas Cure, attiva da oltre 10 anni, e che ha come proprio obiettivo principale quello di ritrovare, in un periodo di crisi del nostro SSN, una medicina centrata sulla persona, sostenibile e proiettata verso un orizzonte di ri-umanizzazione delle scienze e delle cure mediche. Nel manifesto della Fondazione si legge che il concetto di salute deve integrare non solo l’aspetto fisico, ma anche quello emotivo e sociale. La salute va intesa infatti come un bene individuale e nel contempo relazionale; per questo “curare” significa sia garantire assistenza e competenza professionale al paziente, sia dare, dal punto di vista etico, una carica di umanità, nel senso di prendersi cura di qualcuno.
L’evento è stato moderato da Francesco Ingusci, studente di UniCamillus e Presidente di SIGMA, nonché referente dell’Ateneo per il gruppo di lavoro della Fondazione Dignitas Curae, che coinvolge un rappresentante per università medica in territorio laziale. “Stiamo diffondendo un po’ in tutta Italia – spiega proprio Francesco – questi messaggi. Noi giovani, con tutta la freschezza che portiamo dentro, dobbiamo impegnarci in prima persona per migliorare la sanità del futuro”. Nel corso della mattinata sono intervenuti sul palco illustri ospiti, invitati a parlare in qualità di esperti del panorama medico e accademico italiano e internazionale. Nell’ordine hanno preso la parola il Prof. Massetti, Direttore U.O.C. Cardiochirurgia presso il Policlinico Gemelli e Presidente della Fondazione Dignitas Curae; S.E. Mons. Mauro Cozzoli, Professore Emerito della Facoltà Teologica della Pontificia Università Lateranense; il Prof. Maritati, Direttore U.O.C. Chirurgia Vascolare presso il Nuovo Ospedale dei Castelli (ASL Roma 6); la Prof.ssa Alvaro, Coordinatrice dei Profili Professionali di Area Sanitaria; la Dott.ssa Felici, Responsabile del progetto Learning Living Medicine: insegnare la medicina del futuro; il Dott. Squicciarini, CEO di Squicciarini Rescue, International Training Center American Heart Association.
“Come presidente di Sigma UniCamillus sento la responsabilità di essere un punto di riferimento per tutti i 200 e più studenti che fanno parte di questa comunità. Quando il Professor Massetti mi ha contattato per presentarmi il manifesto di Dignitas Curae ho pensato subito che potesse essere un tema da diffondere il più possibile”, ha dichiarato ancora Francesco Ingusci, felice per la buona riuscita di questa iniziativa, che ha visto la partecipazione di tantissimi suoi colleghi universitari di UniCamillus. “Siamo i futuri medici e viviamo il disagio di non sentire nostro un sistema che ci dovrebbe accogliere. In Italia in teoria vantiamo un’eccellenza medica in tutti i campi, in pratica invece è tutta un’altra storia purtroppo come sappiamo. Il progetto di Dignitas Curae per la didattica medica futuro merita di essere portato avanti proprio per cambiare questa realtà. Io mi sento pienamente responsabile di questa cosa. Se iniziamo oggi a cambiare l’approccio alla didattica medica, allora domani potremmo smettere di considerare il SSN un malato terminale e riportalo invece ad una condizione più umana”.