L’evento, che rientra nell’ambito della Terza Missione (TM) dell’Ateneo, è stato ideato dalla Prof.ssa Donatella Padua (delegata alla TM di UniCamillus) e si è svolto nella struttura UniLabs dell’Università Medica Internazionale di Roma. Alla presenza di illustri ospiti, tra cui il noto conduttore televisivo Michele Mirabella, che ha moderato il dibattito tra i partecipanti, è stato approfondito il tema del ruolo delle università mediche nella crescita del benessere delle comunità e dei territori. Hanno preso parte alle discussioni il Rettore di UniCamillus Gianni Profita, il Presidente dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) Antonio Uricchio, il Rettore dell’Università di Tor Vergata Nathan Levialdi Ghiron, la D.ssa Sandra Romagnosi, dell’Unità Organizzativa di ANVUR per la Terza Missione e la Dottoressa Mariella Mainolfi, Direttore Generale delle Professioni Sanitarie del Ministero della Salute.
“È assolutamente necessario ragionare sull’apertura delle università alla società”, ha proseguito ancora il Rettore Profita, “Non dobbiamo essere una Torre Eburnea della ricerca e della didattica. Dobbiamo vivere la città che ci circonda. E in questo senso noi siamo assolutamente felici che tutta la zona in cui ci troviamo lungo la via Tiburtina viva di noi e noi viviamo a nostra volta dell’attività del quartiere”.
Ai saluti istituzionali del Rettore sono seguiti quelli del Prof. Uricchio: “Sono molto felice che oggi venga affrontato il tema della medicina inclusiva e della terza missione, perché quest’ambito è ancora da esplorare nelle sue tante dimensioni, che vanno oltre quel senso residuale di ‘tutto ciò che non è didattica’. Il senso di comunità, che è proprio dell’istituzione universitaria, comporta che ci si occupi anche e soprattutto del rapporto con la società stessa”.
Proprio in questo senso l’attività di UniCamillus – che si distingue, come noto, anche per la sua focalizzazione umanitaria – è stata presa come riferimento in più passaggi del dibattito sull’inclusività e sul positivo impatto sociale. A cominciare dalla relazione valutativa presentata dalla D.ssa Romagnosi, che ha anche spiegato come si siano evoluti negli anni più recenti i criteri analitici e valutativi dei processi di qualità e di cultura organizzativa interna agli atenei. La promozione della medicina inclusiva, è stato ricordato, insieme all’educazione alla prevenzione è per altro uno degli obiettivi di ‘salute per tutti’ proposto nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Dopo la presentazione dei dati, gli ospiti hanno dibattuto in una tavola rotonda i principali argomenti toccati. “Il concetto di inclusione non riguarda solo le minoranze, ma deve orientarsi anche alle situazione di fragilità sociale”, ha detto la D.ssa Mainolfi, “L’inclusione, implica un’apertura nonché uno scambio di visioni e di cultura e in questo senso deve rappresentare una ricchezza”. Proprio con il Ministero della salute, ha fatto per altro notare il Prof. Levialdi Ghiron, può instaurarsi un asse collaborativo importante per le università “per prendersi cura in maniera più specifica delle fasce di popolazione più deboli e dare un grande contributo alla società”. La Terza Missione, ha proseguito subito dopo la Prof.ssa Padua: “È la propensione delle istituzioni all’apertura verso l’esterno, che è tutto da capire, tutto da scoprire, tutto da valorizzare”.
Il Prof. Paolo Miccoli, Prorettore alle relazioni istituzionali di UniCamillus, tirando le fila del dibattito ha infine precisato che: “La sanità non deve essere vista come un costo per lo Stato. La sanità al contrario può produrre ricchezza, in primis ricchezza sociale”. Ed è in questa direzione che UniCamillus intende proseguire il proprio impegno, per dare sempre più il proprio contributo al miglioramento del benessere di tutti i contesti sociali con i quali si trova a confrontarsi nelle sue molteplici attività.