La nota rivista indo-americana per l’alta formazione dedica un dossier all’Ateneo medico romano, riconoscendone l’eccellenza.
Innovazione, impegno nella ricerca, internazionalità, vocazione umanitaria e tecnologie ultramoderne: sono queste le caratteristiche che rendono UniCamillus “l’Università Medica più ambita dell’anno 2023”. Ad affermarlo è The Knowledge Review, magazine di alta formazione che lo scorso maggio ha dedicato un intero volume proprio all’Università Medica di Roma UniCamillus, e ai motivi per cui andrebbe scelta come trampolino di lancio verso il mondo delle professioni sanitarie. I meriti per questo appellativo ci sono tutti, e convergono nella visione di una medicina di massima qualità al servizio dell’umanità intera, soprattutto di coloro che vivono in condizioni più svantaggiate.
Il dossier si intitola UniCamillus – Dove l’Innovazione incontra l’Eccellenza. Ma cosa rende un’università “eccellente”? Per gli autori di The Knowledge Review Magazine, l’andare oltre il concetto stesso di università, sublimando tecnicismi, nozioni e didattica e arricchendoli con i valori dell’inclusione e della dedizione al prossimo.
Un’Università “con un’anima”, dunque: è così che UniCamillus può essere definita, grazie alla volontà del Rettore Gianni Profita e di tutta la Comunità Accademica nella crescita dell’Ateneo. Un’anima, quella di UniCamillus, aperta a veicolare i risultati della ricerca medica per migliorare non solo la qualità di vita della società, ma anche i suoi valori. L’accento viene posto soprattutto sull’attenzione che UniCamillus riserva ai Paesi in via di sviluppo.
Questo avviene in più forme: tramite missioni umanitarie, che vedono professionisti sanitari di grande esperienza recarsi in luoghi dove la salute non è un diritto di facile gestione; tramite accordi con ambasciate di Paesi più svantaggiati, con programmi finanziari che permettano ai loro ragazzi di studiare Medicina in Italia, così che possano portare le competenze acquisite nella loro terra e al servizio della loro gente; realizzando progetti di ricerca che permettano di affrontare le malattie tipiche dei Paesi più poveri. Non è un caso che UniCamillus accolga studenti da più di 60 Paesi, e che il magazine riconosca all’Ateneo di vantare la più alta percentuale di studenti stranieri rispetto alle altre università europee. L’internazionalizzazione che ne deriva si traduce con una vivace community multiculturale e con una proficua cooperazione internazionale, senza gli asfittici limiti di chi crede che lingue e religioni diverse siano un problema: l’unico credo valido per tutti è “la salute”, come viene specificato nel dossier statunitense.
Per offrire risultati di qualità, è indubbio sia necessario possedere strutture e attrezzature all’avanguardia e ricercatori di valore, ed è per questo che il fascicolo non dimentica di menzionare gli avanzati database digitali di cui l’Università dispone per la ricerca in campo bioinformatico, i laboratori e i centri di ricerca in materie chimiche e biologiche e il network di pregevoli strutture sanitarie con cui i ricercatori di UniCamillus collaborano. Un riferimento speciale viene fatto al progetto di realizzare prossimamente delle cliniche dedicate alla Fisioterapia, all’Odontoiatria e alla Diagnostica.
In UniCamillus l’innovazione incontra l’eccellenza, come sottolineano i colleghi d’oltreoceano e, aggiungiamo noi, il fatto che il titolo di “Università medica più ambita dell’anno” sia stato ottenuto dopo soli 5 anni di vita dimostra che, alla base di questo disegno così indovinato, ci sia un elemento imprescindibile: la passione e la dedizione di chi vi opera per ciò che si fa e per ciò che si vuole ancora costruire.