Il video è di quelli scioccanti: un feto di ovino viene ripreso cinque giorni dopo il parto prematuro posto all’interno di un grembo artificiale. Il video mostra la tipica attività e l’apparenza di uno sviluppo di un feto al 107esimo giorno di gestazione. Uno sviluppo comparabile a quello di un essere umano fra la 23esima e la 25esima settimana.
Questo “grembo”, chiamato “biobag”, è una sacca di plastica riempita con un fluido che simula le condizioni interne di un utero. Un feto molto prematuro trascorre alcune settimane in questa sacca attrezzata con una serie di tubi connessi con il cordone ombelicale e, quindi, in grado di fornire ossigeno al sangue del feto. Successivamente a questa permanenza in questa sacca, il feto verrebbe collegato a un ventilatore meccanico, che lo aiuterebbe a respirare fino a quando non si sviluppa in modo sufficiente per una respirazione autonoma.
Ad oggi nessun feto umano ha mai ricevuto questo trattamento, si spera che questa tecnologia possa in futuro essere utilizzata per supportare meglio i bambini nati a metà del secondo trimestre, già a 22 o 23 settimane dall’inizio della gravidanza. Attualmente, i bambini nati così presto hanno poche possibilità di sopravvivere – circa il 50% – e i dispositivi che li tengono in vita possono causare danni gravi e permanenti.
Il “biobag” è stato sperimentato al Children’s Hospital di Philadelphia dal dottor Alan Flake, chirurgo pediatrico e fetale. La sperimentazione ha dimostrato la capacità di biobag di arrivare a garantire la sopravvivenza di un feto prematuro fino a 4 settimane dopo il parto.