In Italia prosegue il calo demografico: tra le cause, anche l’infertilità di coppia. Uno sguardo su trattamenti, opzioni chirurgiche e diagnosi preventiva
Il 28 e 29 novembre 2024, presso l’aula magna di UniLabs, l’Università UniCamillus ha avuto l’onore di ospitare il Congresso Nazionale SIdR (Società Italiana della Riproduzione) e SIPO (Società Italiana Policistosi Ovarica), un evento di grande rilevanza per la medicina e la ricerca sulla fertilità.
L’incontro ha riunito esperti di rilievo nazionale e internazionale, per discutere le sfide legate all’infertilità, una problematica sempre più rilevante in Italia con impatti profondi su società e natalità.
Nel 2023, i dati più recenti dell’ISTAT segnalano che in Italia sono stati registrati poco più di 379 mila nati, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille abitanti, in calo rispetto al 6,7 per mille dell’anno precedente. Rispetto al 2022, si è verificata una riduzione di circa 14 mila nascite, con un decremento pari al 3,6%. Anche nel 2024 continua la diminuzione delle nascite: secondo i dati preliminari relativi al periodo gennaio-luglio, si registra un calo di circa 4.600 nascite rispetto allo stesso intervallo dell’anno precedente.
Di sicuro le motivazioni non sono legate solo all’infertilità, perché vari sono i problemi economici e sociali che attanagliano il nostro Paese. Tuttavia, la difficoltà nel procreare fa la sua parte: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il 15% delle coppie è infertile. Spesso, poi, le motivazioni socio-economiche e la fertilità si intrecciano: non è raro che si decida di rimandare la gravidanza ad un momento più sereno dal punto della stabilità professionale, per poi ritrovarsi con meno chance dal punto di vista biologico.
Parole chiave: informare e sensibilizzare
Gli Italiani come percepiscono tutto questo? Durante l’evento sono stati discussi i dati di un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli, secondo cui il 69% della popolazione italiana considera l’infertilità come un problema diffuso, che riguarda entrambi i generi, sfatando dunque il pregiudizio secondo cui si tratta di una questione esclusivamente femminile.
Il fenomeno è spesso avvolto da tabù, con il 67% degli Italiani che ritiene che molte persone siano fortemente imbarazzate nel parlarne. Oltre alla stigmatizzazione, si aggiunge la percezione di una certa difficoltà di accesso alle cure, con il 69% degli italiani che ritiene che le terapie siano troppo costose e poco semplici da ottenere. Inoltre, nonostante siano realizzabili le tecniche di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), solo un italiano su quattro ne è a conoscenza.
La PMA in Italia è regolata dalla legge 40/2004, che tuttavia è ritenuta obsoleta: nella stessa indagine, il 33% degli intervistati risulta d’accordo con il favorire l’uso degli embrioni abbandonati per la ricerca o per le coppie infertili, il 30% vorrebbe permettere la PMA anche alle donne single, e il 28% vorrebbe che si aumentassero i finanziamenti pubblici per la ricerca e per supportare la donazione di ovociti.
Da questi dati, dunque, emerge un quadro di percezione complesso ma eloquente: a livello sociale si avverte molto il problema dell’infertilità, ma il 75% degli Italiani non sa come si cura. Per questo sono necessari eventi come il Congresso Nazionale SIdR e SIPO, che hanno il duplice obiettivo di informare la popolazione e di sensibilizzare le istituzioni per un più facile ed economico accesso alle cure.
PMA come cura contro l’infertilità, ma non solo
Il tema chiave del congresso è, dunque, il ruolo della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nel contrastare la riduzione della natalità e nel sostenere le coppie che hanno difficoltà a concepire.
Il congresso si è concentrato anche sul declino della fertilità maschile, un fattore sempre più rilevante nella diagnosi e nel trattamento dell’infertilità di coppia: sono stati discussi i fattori che influenzano la qualità del liquido seminale e le implicazioni di questo fenomeno per la concezione. Inoltre, grande attenzione è stata dedicata alla valutazione della riserva ovarica, un aspetto cruciale per la pianificazione dei trattamenti per l’infertilità.
Un altro tema fondamentale è l’uso di varie metodiche nei programmi di fecondazione assistita, inclusi i test di recettività endometriale e la diagnosi genetica preimpianto, che permettono di ottimizzare le probabilità di successo dei trattamenti e di ridurre il rischio di patologie ereditarie, rappresentando un salto di qualità nella medicina della fertilità.
Ancora, sono stati approfonditi i metodi per conservare la fertilità, specialmente nelle pazienti oncologiche o in quelle che desiderano posticipare la maternità, nonché le nuove frontiere nei trattamenti per le donne con sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
Immancabile l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) nel successo della PMA: sono stati esplorati i vantaggi e le sfide, così come le potenzialità future dell’IA nel migliorare i risultati dei trattamenti.
Non sono mancati approfondimenti sulle patologie che influenzano la fertilità, come l’endometriosi e le malformazioni uterine. Sono stati discussi anche i trattamenti chirurgici avanzati che consentono di migliorare l’impianto embrionario e ottimizzare le possibilità di concepimento nelle pazienti con queste problematiche.
UniCamillus riconferma il suo impegno nella ricerca
L’Università UniCamillus conferma il suo ruolo di punta nella ricerca e nella formazione medica, ospitando un evento che si propone non solo di aggiornare gli operatori del settore, ma anche di promuovere una cultura più aperta e consapevole sull’infertilità. Nel comunicato ufficiale dell’evento, il Rettore di UniCamillus, Gianni Profita, sottolinea l’importanza di momenti come questo congresso, che favoriscono lo scambio di conoscenze tra esperti e che contribuiscono alla promozione di soluzioni efficaci per le difficoltà legate alla fertilità. Inoltre, durante l’evento ha aggiunto: «In Italia, più che in altri Paesi, si sta avendo un calo demografico davvero drammatico. Gli interventi che si possono fare in questo senso sono tanti: normativi, sociali, culturali, scientifici. L’istituzione che meglio riassume tutti questi interventi è l’Università, che può proporre modifiche normative, può implementare gli studi scientifici, può incoraggiare un cambiamento culturale».
Un ruolo di primo piano nel congresso è svolto dal Prof. Ermanno Greco, presidente del congresso e docente di Ginecologia e Ostetricia presso UniCamillus. Il Prof. Greco è un eminente esperto in Ginecologia, Endocrinologia e Andrologia, con una carriera di oltre 40 anni caratterizzata da prestigiose esperienze accademiche e cliniche: con la sua approfondita conoscenza e la sua continua dedizione alla ricerca e all’innovazione, è considerato una figura di riferimento nel panorama della medicina della fertilità e della procreazione assistita. Ed è stato proprio il Prof. Greco a volere fortemente questo incontro scientifico, contribuendo significativamente alla sua realizzazione. «Questo congresso fa veramente il punto su quelle che sono le ultime novità in campo scientifico per svelare non solo quali possono essere le cause dell’infertilità, ma anche per un corretto approccio diagnostico e terapeutico per le coppie – spiega il Prof. Greco – Inoltre, quest’anno abbiamo voluto dare a questo congresso un taglio diverso, più sociale e comunicativo: spesso ai medici viene rimproverato di essere distanti dal comune vissuto sociale. Per questo, in questa edizione, ci saranno anche i professionisti della comunicazione sociale, ossia giornalisti del calibro di Elisa Triani, Eleonora Daniele, Francesca Parisella e Gerardo D’Amico».
Il Congresso Nazionale SIdR e SIPO rappresenta un’occasione unica per approfondire la conoscenza sull’infertilità e sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla necessità di affrontare questo tema con maggiore attenzione. UniCamillus, con il suo impegno nella ricerca e nella formazione di professionisti qualificati, continua ad essere protagonista nel sostenere l’evoluzione del sistema sanitario, promuovendo una cultura della fertilità più inclusiva e informata, in un momento di crisi demografica che preoccupa il futuro del Paese.