26 settembre: Giornata Mondiale della Contraccezione. In Europa e Italia cala l’utilizzo: serve la giusta informazione

“L’avvento della contraccezione è stata una liberazione per la donna. Urgente favorire l’accesso ai consultori per le più giovani ed erogare i contraccettivi gratuitamente” sostiene Manuela Farris, Docente presso l’Università UniCamillus

Dare la vita è un gesto importante. Per questo va ponderato, con cura, con delicatezza e con tutte le valutazioni del caso. Perché è un gesto importante donare la vita, ma anche donare e donarsi una buona qualità di vita. E, alla luce della posta in gioco, non può essere l’inconsapevolezza a farla da padrona. Il 26 settembre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Contraccezione.

La contraccezione come protezione della vita perché, per quanto in troppi vogliano farlo apparire un paradosso, ogni essere umano ha il diritto di nascere nelle migliori condizioni di partenza possibili, ossia desiderato, e con genitori che abbiano raggiunto un buon grado di maturità psicologica ed emotiva per farlo crescere amato e con un background affettivo solido. Non solo: ogni donna ha il diritto di decidere del proprio corpo e del proprio futuro, e “giocare d’anticipo” è il modo migliore per farlo, soprattutto considerando che, in molti contesti sociali e religiosi, non sempre l’aborto è ben tollerato, provocando così una pressione psicologica insostenibile sulla donna in gravidanza.

La Giornata Mondiale della Contraccezione, anche nota come World Contraception Day (WCD), è una campagna internazionale che promuove il diritto di ogni persona a decidere consapevolmente sulla propria salute sessuale e riproduttiva e, quindi, sulla propria vita. L’obiettivo è fornire tutti gli strumenti di informazione sui contraccettivi disponibili. Perché ogni gravidanza sia desiderata, perché si tratti davvero sempre di una “dolce” attesa.

Il WCD è nato nel 2007, grazie all’iniziativa di alcune organizzazioni internazionali in collaborazione con la casa farmaceutica Bayer AG. Nel corso degli anni, la campagna ha avuto sempre più sostegno da parte di esperti sanitari, insegnanti e cliniche locali, servendosi anche di strumenti educativi per il pubblico come video, eventi e siti web.

I principali destinatari di questo messaggio sono i giovani, più a rischio di gravidanze indesiderate. I consultori, in tal senso, rappresentano un punto di riferimento essenziale, dove si possono ricevere consigli sui metodi più adatti a sé e alla propria condizione di vita.


Salute sessuale: l’altra faccia della salute riproduttiva

La mancanza di informazione sui contraccettivi porta non solo a gravidanze non volute, ma anche ad un aumento di probabilità di incorrere in malattie sessualmente trasmissibili. Purtroppo, spesso questa disinformazione è strettamente correlata al contesto socio-culturale di partenza.

Uno studio – pubblicato a gennaio 2025 su Lancet Global Health e condotto dai ricercatori della Bloomberg School of Publich Health della John Hopkins University – ha analizzato 48 Paesi a basso e medio reddito, evidenziando progressi nella riduzione delle disuguaglianze socio-economiche nell’uso dei contraccettivi moderni tra il 1990 e il 2020.

I dati più eloquenti sono i seguenti: negli ultimi decenni si è registrato un progresso significativo nell’uso dei contraccettivi moderni con una crescita del 2,1% all’anno, ma l’aumento è stato ancora più evidente tra le donne economicamente più svantaggiate, che hanno visto un incremento del 3,1%, superando così quello delle donne più abbienti, fermo all’1,3%.

In tutti i Paesi analizzati, si è osservata una diminuzione delle disuguaglianze legate al reddito, con esempi virtuosi come Ciad, Mali e Uganda, dove i progressi sono stati particolarmente rilevanti. Anche la percentuale di donne che usa contraccettivi o ne richiede l’uso al partner è cresciuta in misura maggiore tra quelle più povere, con un ritmo dell’1,6% annuo, a fronte di uno più modesto, pari allo 0,5%, tra le donne più ricche.

Tuttavia, nonostante  i progressi, le donne più ricche hanno ancora tassi di prevalenza dei contraccettivi moderni superiori. A confermare questi dati c’è l’UNFPA, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (l’agenzia ONU che si batte per rafforzare il diritto alla salute sessuale e riproduttiva e garantire una pianificazione familiare completa). Secondo l’agenzia quasi 257 milioni di donne nei Paesi a basso e medio reddito non hanno accesso alla contraccezione moderna, e il divario nei finanziamenti per questi servizi potrebbe crescere fino a 1,5 miliardi di dollari entro il 2030.


Chi ha paura della pillola?

Se torniamo in Europa e in Italia, la situazione sembra essere peggiorata in termini di contraccezione. «La causa è la cosiddetta ormonofobia: le ragazze più giovani sono più resistenti all’uso della pillola a causa delle fake news che circolano online. Gli influencer diventano per loro quasi dei medici – spiega la Prof.ssa Manuela Farris, Docente di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università UniCamillus – A Roma ci sono consultori che erogano contraccettivi gratis, ma nonostante ciò c’è una riduzione del loro utilizzo: nel 2001 eravamo al 20%, ora siamo scesi al 13%».

Per quanto riguarda le IST (infezioni sessualmente trasmissibili), la situazione sembra essere abbastanza sotto controllo. «L’Istituto Superiore di Sanità e i suoi centri satellite se ne occupano bene: il vaccino contro l’HPV funziona, soprattutto il nuovo contro 9 ceppi, e l’attenzione alla clamidia sta aumentando – afferma la Farris – Nelle scuole purtroppo non si fa più molta educazione sessuale, ma le segnalazioni sulle IST sono migliorate. I ragazzi sono abbastanza allertati e sanno che devono usare il preservativo, anche se la consapevolezza è a macchia di leopardo. Dal Covid in poi la sensibilità dei giovani verso le infezioni è aumentata: spesso l’uso del preservativo è incentivato più dalla paura delle malattie che non da quella di una gravidanza indesiderata».

Le fake news sono tante, e il web ne è un concentrato: in teoria strumento per l’informazione senza ostacoli, spesso si rivela mezzo di sedicenti influencer senza scrupoli né cognizione di causa. «Le ragazze hanno paura della pillola perché sentono dire che fa ingrassare, cosa assolutamente falsa soprattutto con le pillole attuali – sottolinea la Prof.ssa Farris – Poi c’è la paura legata al rischio di tumore: circola un video che dice che la pillola è classe 1 per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ma in classe 1 ci sono anche vino e carne rossa, quindi è un’informazione che va contestualizzata. Per una ragazza di 15-20 anni il rischio di tumore mammario è praticamente zero. L’aumento di rischio si ha solo in età avanzata e sparisce alla sospensione della pillola. L’obiettivo è spiegare alle persone che non tutto ciò che si legge online è vero e che ci si deve fidare del proprio medico».


Gravidanze non desiderate e aborti clandestini

L’educazione sessuale e l’accesso universale alla contraccezione moderna sono fondamentali non solo per evitare gravidanze indesiderate e per proteggersi da malattie sessualmente trasmissibili, ma anche per evitare un rischio frequente soprattutto fra le donne più giovani e con un background socio-culturale meno avvantaggiato: gli aborti clandestini.

A livello globale, ogni anno si registrano circa 73 milioni di aborti indotti, di cui quasi la metà (45%) avviene in condizioni non sicure, con conseguenze gravi per la salute delle donne: complicazioni, ricoveri e, nei casi più estremi, morte materna evitabile. Anche in Italia, nonostante la legge 194/1978 garantisca l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, si stima che ogni anno avvengano ancora tra 12.000 e 15.000 aborti clandestini, con alcune fonti che parlano addirittura di fino a 50.000 casi.


Contraccezione in Italia

In Italia, la Giornata Mondiale della Contraccezione è promossa dalla SIGO, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, e dalla Società Italiana di Contraccezione.

La SIGO ha chiesto che tutti i contraccettivi siano gratuiti tramite il Servizio Sanitario Nazionale, non solo la pillola anticoncezionale. Le richieste principali comprendono: gratuità di tutti i contraccettivi, inclusi i metodi long-acting (dispositivi intrauterini medicati e al rame, impianto sottocutaneo); un maggior numero di consultori e ambulatori pubblici dedicati alla pianificazione familiare; maggiore informazione e formazione sulla sessualità responsabile.

Ma qual è attualmente la situazione dei consultori in Italia? «I consultori tendono a funzionare meglio al nord che al sud, così come l’uso della contraccezione – evidenzia la Prof.ssa Farris – La Sardegna è un’eccezione, con una tradizione ginecologica consolidata. Nei consultori del sud c’è poco accesso e spesso le ragazze non ci vanno per vergogna o paura. Bisognerebbe andare verso di loro, ad esempio con giornate nelle scuole dedicate solo ai giovani. A Firenze c’è il “Consultorio Giovani”, dove vanno solo i giovani, senza il terrore di incontrare mamme, vicine e amici di famiglia. Serve una migliore organizzazione delle risorse disponibili».

In alcuni consultori, in Italia, i contraccettivi vengono erogati gratis. Ma non è la regola. « La Toscana e l’Emilia, ad esempio, hanno una maggiore offerta rispetto a Roma, con vari tipi di pillole, cerotto, anello, spirale e impianto sottocutaneo» continua l’esperta.

Fra tutti, però, in Italia viene sempre preferito il preservativo. «Il preservativo è al numero uno delle vendite. Seguito poi dalla pillola. L’anello sta aumentando, il cerotto molto poco. I dispositivi intrauterini si aggirano sul 2-4% – illustra la Farris – Le vendite della contraccezione d’emergenza, invece, aumentano in modo esponenziale. In realtà però è meglio evitare, perché la pillola del giorno dopo funziona al 98%, quindi un 2% di rischio di una gravidanza indesiderata c’è comunque».

Cosa si può fare dal punto di vista sociale e istituzionale? La Giornata Mondiale della Contraccezione 2025 invita a partecipare a webinar, workshop e incontri comunitari sulla contraccezione, diffondere consapevolezza sui social, sostenere le cliniche locali con volontariato o donazioni e avviare conversazioni sulla contraccezione e salute sessuale sicura con amici e familiari. «Bisogna parlare di più di contraccezione, che è stata una liberazione per la donna. Non è più un tema rivoluzionario come negli anni ‘70, e purtroppo l’atteggiamento è di abbassare la guardia. Il web può essere un buon mezzo, ma le ragazze spesso credono più agli influencer e non cercano informazioni. Meglio sfruttare internet in modo intelligente!» conclude l’esperta.A proposito del potere informativo del web, in occasione della Giornata della Contraccezione, si segnala oggi il webinar gratuito sul tema, organizzato dalla Società Europea di Contraccezione e Salute Sessuale e Riproduttiva (European Society for contraception and Reproductive Health), dal titolo “Abbattere le barriere, costruire ponti: accesso ai contraccettivi per tutti” Per maggiori info, consultare questa pagina.