La cooperazione internazionale nell’ambito della ricerca permette che esperti provenienti da Paesi differenti possano dialogare dando luogo a interessanti studi e soluzioni che possono rivelarsi utili non solo a livello regionale.
In Etiopia, questo dialogo assume un ruolo cruciale: il Paese, che vanta oltre 120 milioni di abitanti e una delle economie a più rapido sviluppo nella regione subsahariana, ha visto un’accelerazione nella collaborazione scientifica internazionale, in particolare nei campi della salute, dell’agricoltura, e delle risorse naturali .
Secondo i dati di Innovitalia, i ricercatori italiani all’estero sono più di 33mila, e operano in più settori scientifici. Ed è proprio a loro che è stata dedicata lo scorso 11 giugno la Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo (GRIM), ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba e promossa dal MUR e dal Ministero degli Affari Esteri. L’obiettivo è quello di valorizzare i contributi dei ricercatori italiani all’estero, rafforzando la cooperazione scientifica internazionale.
Attaché scientifica presso l’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba, la Prof.ssa Laura Elena Pacifici Noja, Docente di Filosofia Morale presso l’Università UniCamillus.
La Prof.ssa Pacifici Noja ha aperto i lavori del GRIM con l’Ambasciatore dell’Italia, rappresentando l’impegno italiano verso una scienza più inclusiva, sostenibile e orientata alle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica), alla tutela del patrimonio culturale e all’innovazione agricola.
Le abbiamo fatto qualche domanda per comprendere meglio il bilancio dell’evento, il contributo italiano all’innovazione in Etiopia e i progetti futuri in tale ambito.
Cosa rappresenta la “Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo” per l’Italia?
«La Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo (GRIM) è un’iniziativa del Ministero Italiano dell’Università e della Ricerca e del Ministero degli Affari Esteri. Organizzata dalle ambasciate italiane in tutto il mondo, mira ad evidenziare i contributi dei ricercatori italiani all’estero e a sottolineare l’impegno dell’Italia nei settori di scienza, tecnologia e innovazione, per promuovere la cooperazione internazionale. Quest’anno, per la prima volta, è stata organizzata in Etiopia ad Addis Abeba, presso l’Istituto Italiano di Cultura (IIC). Si è trattato di un evento in collaborazione con AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), proprio al fine di evidenziare l’importanza del Sistema Italia. Tale sistema rappresenta l’insieme coordinato di istituzioni, enti e attori italiani che, sotto la regia del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), contribuiscono alla promozione degli interessi nazionali all’estero.
Il GRIM per la diplomazia scientifica italiana rappresenta un luogo virtuale e reale di incontro, scambio e discussione, necessario per costruire network e partnership concrete.»
Perché è importante, secondo lei, organizzare eventi come questo in Etiopia?
«Eventi come il GRIM mettono in risalto la straordinaria cooperazione tra Italia ed Etiopia, che sta acquisendo un ulteriore solido slancio. Promuovendo e favorendo l’accesso a materie STEM e STEAM, l’Italia si è impegnata per garantire un futuro migliore e più equo per le generazioni a venire. Un esempio di come il GRIM possa costruire nuove prospettive in diplomazia sanitaria in Etiopia è rappresentato dalla tavola rotonda conclusiva dal titolo “Science for policy, policy for science”, che è stata moderata dal Dott. Adamu Adissie, coordinatore del Master in “Etica della scienza” organizzato dall’AAU (Addis Abeba University) in partnership con la John Hopkins University. A questa tavola rotonda hanno partecipato il Direttore dell’Ufficio di collegamento dell’UNESCO presso l’Unione africana, Professoressa Rita Bissoonauth, Il Direttore AICS regionale, Dott. Michele Morana, il Direttore Regionale ICE, Dott. Claudio Pasqualucci, il Direttore della prestigiosa Ethiopian Graduate School of Theology (EGST), Prof. Mohamed Worku. Il dibattito si è concluso con l’originalissima presentazione del Dott. Massimo Spadoni, ricercatore senior CNR e former advisor del Presidente CNR, che ha ipotizzato un gruppo di lavoro internazionale che possa in futuro proporre accordi sul tema delicatissimo delle scelte scientifiche.»
Come descriverebbe lo stato attuale della cooperazione scientifica tra Italia ed Etiopia?
«L’Etiopia è considerata un partner prioritario dell’Italia in Africa sub-sahariana. L’evento ha sicuramente rafforzato ulteriormente le partnership esistenti e ne genererà di nuove, nel settore dell’innovazione, dell’agricoltura, della gestione delle risorse naturali e dello sviluppo di strategie per la scienza, al fine di coinvolgere i rispettivi attori e le comunità che ne beneficiano.»
Quali risultati concreti sono già visibili, e in quali settori tra quelli discussi durante i panel?
«Intanto bisogna fare un distinguo fra i progetti già attivi e quelli in via di costruzione in Etiopia. Per quanto concerne i progetti già in corso di realizzazione o già realizzati, si tratta di programmi importanti compiuti in gran parte con il sostegno AICS. Di questi ultimi si è parlato nel Panel 1, dedicato alle nuove frontiere di sviluppo di idrogeologia, idrologia e rischi naturali, e che è stato animato per la parte italiana da CNR, IRSA e IGAG, e per la controparte etiope dal MoWE (Ministero dell’Acqua e Energia). Nel Panel 4, animato dalle Proff.sse Francesca De Filippi – architetto e Proettrice all’internalizzazione del PoliTo – e Silvia Sabato – Responsabile del piano strategico di internalizzazione della Fondazione Centro di Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” –, è stato evidenziato come la ricerca scientifica giochi un ruolo fondamentale nella tutela del patrimonio culturale, soprattutto in quei contesti dove la storia, l’identità e la memoria collettiva sono messe a rischio da disastri naturali, conflitti o mancanza di infrastrutture adeguate. Situazioni complesse in cui la cooperazione internazionale, scientifica, tecnologica e culturale, diventano essenziali per unire competenze, condividere visioni e obiettivi sostenibili.
Invece, per quanto riguarda i progetti work in progress, il GRIM assume un ruolo enzimatico: ad esempio, i Panel 2 e 3 possono essere considerati come prospettici per il futuro. Al Panel 2 ha partecipato il Presidente di Bonifiche Ferraresi (BF), Prof. Michele Pisante, ed è stato moderato dal Prof. Nicola D’Ascenzo (Direttore Scientifico di BF). Questa sessione del GRIM sicuramente delineato nuove possibili strade perseguibili nel settore dell’agricoltura di precisione. La discussione congiunta di CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria), Fondazione Rome Technopole e rappresentanti di Università Etiopi faciliterà i prossimi sviluppi. Durante il GRIM 2025, BF ha manifestato la volontà di sviluppare relazioni istituzionali con gli atenei locali, con l’obiettivo di avviare programmi di scambio, co-progettazione e iniziative congiunte di formazione e ricerca. Mi sembra un processo positivamente avviato!
Last but not least, il Panel 3 è stato dedicato all’approccio diagnostico multidisciplinare nei Paesi in corso di sviluppo. Il panel è stato moderato dal Presidente di Pathoxphere, Matteo Botteghi, che ha ideato un sistema computerizzato di diagnosi oncologica a distanza già funzionante presso l’ospedale militare di Djibouti. Questo progetto sarà a disposizione della popolazione etiope a breve: i partecipanti al panel – fra cui la Congregazione delle Missionarie di Cristo, il Segretario generale del Segretariato Cattolico Etiope e la Prof.ssa Elena Toniato dell’Università di Chieti – ne hanno sottolineato i grandi benefici per la popolazione nonostante tutte le complessità del progetto.»
Quindi… uno sguardo al passato ed uno al futuro!
«Esatto: uno degli obiettivi dell’evento è stato quello di rafforzare ulteriormente le partnership già esistenti e crearne di nuove. Al GRIM 2025 hanno partecipato moltissimi studenti, testimoniando l’interesse della nuova generazione italiana ed etiope per STEM e STEAM. Una grande sorpresa è stato l’intervento da remoto del Presidente dell’Università Pan Africana (PAU), Prof. Jean Koulidiati, che ne ha illustrato tutte le potenzialità. Nel complesso, il GRIM 2025 ad Addis Abeba è stato un successo di partecipazione e interesse, basato anche sull’equilibrio fra relatori etiopi e italiani che hanno potuto discutere temi di loro interesse in un clima disteso e di ascolto continuo. Sicuramente è il primo di una lunga serie di eventi scientifici che speriamo di poter organizzare in futuro, anche coinvolgendo UniCamillus!».



