Grande partecipazione degli studenti del Lido di Venezia all’evento
Il dono è il contrario di uno scambio, perché non è un do ut des, ma ogni dono porta con sé comunque una ricompensa: quella di un sorriso, della felicità provocata da un nostro gesto. Quando si dona la vita, la posta in gioco non ha prezzo, ed è quello che avviene ogni volta che si dona il sangue e il midollo osseo ad un “fratello sconosciuto” in qualche parte del mondo.
L’Università UniCamillus, ADMO e AVIS organizzano puntualmente incontri che sono insieme formativi e di reclutamento per nuovi potenziali donatori e volontari. Nella giornata di venerdì 14 novembre, sono stati gli studenti di Medicina e Chirurgia della sede UniCamillus di Venezia Lido – presso l’IRCCS San Camillo – a dare una possibilità di vita a chi l’attende, magari anche da tempo.
L’incontro, iniziato alle 10.30 con una conferenza formativa rivolta agli studenti, ha rappresentato un’importante occasione di sensibilizzazione sulla donazione di sangue e di midollo osseo, seguita dall’allestimento di un punto di ritrovo per gli studenti che si sono resi disponibili come donatori. Una partecipazione numerosa ed entusiasta quella di oggi, che ha confermato il profondo senso umano della nostra comunità studentesca.
«Il sangue è vita»: la testimonianza di AVIS Venezia
Durante la conferenza sono intervenuti il Presidente di AVIS Comunale Venezia, Dott. Raniero Colombo, e il Presidente Provinciale, Prof. Fabio Reggio.
Il Dott. Colombo ha ricordato come il dono del sangue sia “un atto semplice, ma capace di cambiare destini”. «Il sangue è vita, ma quando manca è anche l’unico “farmaco” che non può essere sintetizzato in laboratorio – afferma il Dott. Colombo – Dal sangue e dal plasma provengono emoderivati fondamentali per curare anemie, immunodeficienze e alcune neoplasie. AVIS è impegnata nella sul fronte della raccolta di sangue intero. Occorre però lavorare ancora per rafforzare la partecipazione nella fascia di età 20-35 anni, in modo favorire il ricambio di chi non può più donare. E occorre incrementare il dono del plasma in modo da raggiungere anche su questo fronte l’autosufficienza». Un incoraggiamento è diretto anche a chi non può donare il sangue, che può essere comunque da aiuto facendo da passaparola.
Un messaggio chiaro, che ha trovato terreno fertile tra gli studenti di Medicina, consapevoli del ruolo fondamentale del soggetto donatore.
ADMO: «La compatibilità è rarissima. I giovani fanno la differenza»
A portare la voce di ADMO sono stati volontari, donatori e riceventi, affiancati da personale medico incaricato dei prelievi salivari per la tipizzazione.
«Poter incontrare gli studenti UniCamillus rappresenta un’ottima opportunità per diffondere le giuste informazioni. Il primo passo del percorso di avvicinamento al dono di midollo osseo è la conoscenza e la consapevolezza, per una scelta serena, consapevole e duratura nel tempo – spiega Stefania della segreteria di ADMO – Per il trapianto di cellule staminali la compatibilità genetica fra non consanguinei è così rara (1:100.000) che la partecipazione di più giovani possibili è essenziale, proprio per aumentare il numero di persone disponibili nel Registro dei Donatori di Midollo Osseo (IBMDR). Speriamo che la giornata di oggi, così ricca di belle emozioni e vibrazioni positive, ispiri sempre più giovani a diventare donatori».
Presente all’evento anche Alice, una ragazza di soli 20 anni che è guarita da una leucemia proprio grazie ad un donatore di midollo osseo. Una testimonianza estremamente importante, perché fatta non di semplici racconti, ma portata in prima persona, come prova di una sofferenza e di una paura che si sono trasformate in speranza e felicità, grazie proprio a questo circuito umano di solidarietà.
Gli studenti: entusiasmo, partecipazione e responsabilità
Gli studenti che hanno preso parte all’iniziativa sono stati tantissimi, dimostrando una forte sensibilità al tema. «Donare sangue è uno dei gesti più grandi che una persona possa fare – ha raccontato Nicola, studente del secondo anno di Medicina e donatore abituale, che ha condiviso la sua esperienza – Ho iniziato a 18 anni appena compiuti, seguendo l’esempio di mio padre, anche lui donatore regolare. Per un ragazzo in salute cedere una piccola quantità di sangue non cambia nulla, ma può cambiare tutto per qualcuno che ne ha bisogno. È un gesto semplice, ma potentissimo».
Una comunità unita dal valore del dono
L’incontro di oggi al Lido di Venezia rappresenta un’altra pagina importante per UniCamillus: una giornata che ha saputo unire informazione scientifica, testimonianze toccanti ed entusiasmo autentico. Grazie alla collaborazione con ADMO e AVIS, molti studenti di UniCamillus hanno compiuto il primo passo verso un percorso di donazione consapevole. Un piccolo gesto che racchiude un enorme valore: poter offrire speranza e vita a chi sta affrontando una malattia grave. Donare non è soltanto un atto sanitario, ma un gesto umano che costruisce legami, restituisce futuro e ci rende una società degna di essere chiamata tale.



