Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità nel mondo, ma la prevenzione può fare la differenza
Il 29 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Cuore (World Heart Day). Istituita dalla World Heart Federation. Ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione cardiovascolare. Infatti, se da un lato le patologie cardiovascolari (come malattie cardiache ed ictus) sono tra le principali cause di mortalità nel mondo, d’altro canto si può affermare che si tratta di un campo in cui la prevenzione può fare davvero la differenza.
Secondo il sito dell’ISS (Istituto Superiore della Sanità), le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in Italia, con il 44% dei decessi attribuibili ad esse. La cardiopatia ischemica è al primo posto (28% dei decessi totali), e gli accidenti cardiovascolari al terzo (13%) dopo i tumori.
Inoltre, chi sopravvive ad un evento cardiovascolare, continua a subirne le conseguenze: il paziente diventa un malato cronico e, con l’avanzare dell’età, vi si accompagnano spesso disabilità fisiche e cognitive, con evidenti ripercussioni negative sulla qualità della vita e sui costi economici e sociali (il 23,5% delle spese farmaceutiche nel nostro Paese è destinato a farmaci per il cuore).
Il resto del mondo non conta dati meno allarmanti: secondo una recente indagine condotta dalla ricercatrice americana Emelia J. Benjamin (Boston University), a livello globale muoiono di attacchi cardiaci ed eventi correlati ben 17,6 milioni di persone ogni anno.
Ma, come già accennato, in questo quadro drammatico vi è un aspetto positivo di non poco conto: la prevenzione è possibile ed è anche molto efficace, sia perché molti eventi cardiovascolari possono essere evitati adottando uno stile di vita sano e attivo, sia perché spesso c’è una familiarità genetica riconosciuta, e questo esorta chi ha parenti con patologie cardiache ad effettuare controlli medici in modo puntuale.
Per avere un quadro più completo sulla situazione, abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Francesco Prati, docente di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso i Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria di UniCamillus.
Malattie cardiovascolari: sintomi e cause
Quali sono le malattie cardiovascolari più comuni? «La cardiopatia ischemica è molto frequente nei Paesi occidentali – risponde il Prof. Prati – Semplificando il concetto, essa è dovuta ad un accumulo di colesterolo: i restringimenti delle arterie del cuore possono causare l’angina o, nei casi peggiori, possono causare un infarto miocardico. Dobbiamo poi menzionare le malattie valvolari, in particolare la stenosi aortica, molto frequenti nell’anziano. Infine, anche le cardiomiopatie o malattie primitive del muscolo cardiaco sono relativamente frequenti».
I sintomi di fronte ai quali preoccuparsi possono essere vari, come dolore al petto, respiro affannato, gambe gonfie e cardiopalmo. In questi casi si rende necessaria una visita dal cardiologo.
Tuttavia, vi sono anche delle patologie che esplodono dopo un periodo di presenza silente. «Lo sviluppo dell’aterosclerosi si verifica tipicamente senza grosse evidenze – spiega Prati – Per questo è bene ricorrere all’ecografia dei vasi del collo o, in alcuni casi, alla TAC coronarica per evidenziare eventuali restringimenti. In questi casi è bene iniziare una terapia ipolipemizzante per mantenere il colesterolo a valori molto bassi».
Fondamentali, dunque, i controlli di routine. «La visita cardiologica con ecocardiogramma serve proprio per escludere l’aterosclerosi o evidenziare una disfunzione cardiaca che, nelle fasi iniziali, può decorrere in modo molto silenzioso».
In genere le malattie cardiache sono attribuite maggiormente al genere maschile, ma è un mito da sfatare, come spiega il nostro Docente: «Le donne sono protette dall’aterosclerosi e dalle sue complicanze quando sono fertili ma, superati i 50 anni, il rischio di ammalarsi di cuore si avvicina molto a quello maschile».
Prevenzione e terapie
A fronte di tali rischi, la prevenzione riveste un ruolo davvero importante. «Per evitare l’aterosclerosi, è molto importante seguire delle abitudini di vita corrette: è bene non fumare, controllare pressione e colesterolo, curare il diabete (qualora presente) ed effettuare attività fisica regolare, evitando il sovrappeso – consiglia Prati – Superati i 50 anni, inoltre, le visite cardiologiche di controllo sono molto utili per escludere l’aterosclerosi e, in generale, per valutare lo stato del cuore».
Al di là della prevenzione, se la patologia è già presente si rende necessario trovare la giusta combinazione di cure. «Le terapie farmacologiche sono sempre più avanzate e, al giorno d’oggi, sono sostenute da linee guida che vengono stilate dalle comunità scientifiche e che rappresentano un aiuto molto valido, in modo da non commettere errori terapeutici – illustra Prati – Inoltre, si va sempre più affermando il concetto di medicina personalizzata: si tratta di un approccio che vede il paziente al centro delle cure e che, ovviamente, vanno cucite proprio sul singolo individuo».