L’ecografia polmonare (o LUS – Lung Ultrasound) quantitativa sta emergendo come uno degli strumenti più promettenti nella gestione dei pazienti critici in terapia intensiva. Evoluzione della tradizionale ecografia toracica, questa tecnica consente oggi una valutazione precisa, dinamica e non invasiva dell’aerazione polmonare, offrendo un supporto cruciale al processo decisionale clinico.
A confermare l’importanza crescente di questo approccio è un documento di consenso internazionale recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Intensive Care Medicine, frutto della collaborazione tra gli esperti affiliati alla Società Europea di Medicina Intensiva (ESICM) e alla Società Europea di Terapia Intensiva Pediatrica e Neonatale (ESPNIC).
Tra i coautori del documento figura con orgoglio anche la Prof.ssa Maria Rosaria Gualano, Docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università UniCamillus, che ha contribuito attivamente alla stesura delle raccomandazioni e alla valutazione multidisciplinare della tecnica in ambito intensivo, mantenendo un ruolo chiave dal punto di vista della metodologia dell’intero processo.
Un processo rigoroso per una guida condivisa
Il progetto ha coinvolto 20 esperti internazionali provenienti dai campi della terapia intensiva per adulti, bambini e neonati, supportati da due metodologi (tra cui, appunto, la Prof.ssa Gualano). Dopo aver selezionato e votato 14 quesiti clinici prioritari, i partecipanti hanno prodotto ben 46 dichiarazioni di consenso, delle quali 38 applicabili a tutte le fasce d’età, 4 specifiche per adulti e 4 per popolazioni pediatriche/neonatali.
Le raccomandazioni affrontano tutti i principali aspetti legati all’uso dell’ecografia polmonare quantitativa: quando è utile impiegarla, quale tipo di sonda utilizzare, come si esegue correttamente, come formare il personale, come interpretare i risultati ottenuti e quali potrebbero essere le evoluzioni future di questa tecnica.
Perché la LUS quantitativa fa la differenza
Il valore della LUS quantitativa risiede nella sua capacità di offrire, direttamente al letto del paziente, una fotografia chiara della situazione polmonare. Il LUS score, basato su una scala da 0 a 3 per ciascuna regione polmonare, permette di monitorare l’evoluzione di un’eventuale malattia polmonare/respiratoria, quantificare la perdita di aerazione e orientare interventi mirati.
Questa tecnica ha dimostrato efficacia in contesti clinici come l’insufficienza respiratoria acuta, la ventilazione meccanica e il COVID-19, con ottima correlazione tra LUS score e gravità clinica. Inoltre, la LUS quantitativa si è rivelata utile in alcune strategie terapeutiche frequentemente utilizzate nei reparti di terapia intensiva, come la posizione prona e le manovre di reclutamento alveolare. La posizione prona – ovvero far sdraiare il paziente a pancia in giù – è una tecnica ormai consolidata per migliorare l’ossigenazione nei casi gravi di insufficienza respiratoria. Le manovre di reclutamento, invece, consistono in particolari interventi ventilatori volti a riaprire gli alveoli polmonari collassati. In entrambi i casi, la LUS quantitativa ha dimostrato di essere uno strumento prezioso: consente infatti di valutare in tempo reale l’efficacia di queste strategie, monitorando la quantità di aerazione polmonare e offrendo un riscontro immediato sull’evoluzione clinica del paziente.
Formazione e sicurezza: le nuove frontiere
Il documento mette in evidenza quanto sia fondamentale una formazione ben organizzata per usare correttamente l’ecografia polmonare quantitativa. In particolare, per chi lavora con bambini e neonati, il percorso formativo va adattato in base all’età e alle condizioni dei piccoli pazienti, che richiedono maggiore attenzione e specificità.
Al contempo, vengono evidenziati alcuni limiti attuali: la necessità di ridurre la variabilità inter-operatore, i problemi legati alla contaminazione delle sonde, e il bisogno di più studi scientifici nelle popolazioni pediatriche.
Il ruolo della Prof.ssa Gualano per UniCamillus
La presenza della Prof.ssa Maria Rosaria Gualano tra gli autori del documento testimonia l’alto livello di competenza e riconoscimento della ricerca dell’Università UniCamillus nel panorama internazionale. La Prof.ssa Gualano è stata infatti presente come metodologa, in quanto avente una solida formazione in medicina basate sulle evidenze ed esperta di epidemiologia, igiene e sanità pubblica, ha contribuito, insieme al Prof. Cortegiani dell’Università di Palermo, a guidare il processo di raccolta delle evidenze e a garantire il corretto impiego e la raccolta dei dati dai partecipanti.
“Questo lavoro può davvero rappresentare una pietra miliare nell’approccio diagnostico-clinico innovativo per i pazienti ai quali poter assicurare migliori outcome si salute, e il fatto che ci siano tanti italiani promotori e realizzatori di questa consensus è per noi grande motivo di orgoglio” dichiara la Prof.ssa Gualano.
Oltre all’Università UniCamillus, tra le altre istituzioni che hanno partecipato alla realizzazione del paper, si menzionano, a livello italiano: Ospedale San Matteo e Università di Pavia (Pavia); Università di Palermo e Policlinico Paolo Giaccone (Palermo); Università Tor Vergata (Roma); Fondazione CNR – Ospedale del Cuore G. Monasterio (Massa); Università di Pisa (Pisa); il Centro di Leadership in Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Campus di Roma (Roma); Università di Bari “Aldo Moro” (Bari); Università Federico II (Napoli); Ospedale S. Maria della Misericordia (Udine). Queste realtà rappresentano un’eccellenza nazionale nella medicina intensiva, pediatrica e neonatale, contribuendo in maniera sostanziale sia alla parte clinica che metodologica del consenso.
Tra gli enti di ricerca e ospedali universitari a livello internazionale, citiamo: Amsterdam UMC e Amsterdam University Medical Centers (Paesi Bassi); CHU Dijon e Université Bourgogne Franche-Comté (Francia); Hospital Universitario Puerta del Mar e Gregorio Marañón University Hospital (Spagna); University of Medicine and Pharmacy Timisoara (Romania); Centre Hospitalier de L’Université de Montréal (Canada); Royal Perth Hospital (Australia); Mahidol Oxford Tropical Medicine Research Unit – MORU (Thailandia); Hospital Germans Trias I Pujol – Universitat Autònoma de Barcelona (Spagna); APH-P Paris Saclay University e INSERM U999 (Francia); North Hospital – Aix Marseille University (Francia)
Questa collaborazione internazionale ha garantito una prospettiva ampia e integrata, permettendo di sviluppare raccomandazioni applicabili in contesti clinici differenti e in linea con le migliori pratiche globali.
Il paper sottolinea come l’ecografia polmonare quantitativa rappresenti oggi una tecnologia matura e affidabile per il monitoraggio dei pazienti critici. Il consenso internazionale appena pubblicato (12 maggio 2025) fornisce una base solida per una sua adozione sistematica e sicura, e allo stesso tempo delinea le aree su cui concentrare la ricerca futura, come l’automazione del punteggio LUS e la validazione nei neonatiGrazie al contributo di esperti come la Prof.ssa Gualano, questo documento pone le fondamenta per un utilizzo più diffuso e consapevole della LUS, a vantaggio dei pazienti e degli operatori sanitari in tutto il mondo.